Le “armi” utili
cendo situazioni reali», spiega Tom Madsen, leader del Krav Maga International. «Il nostro obiettivo è far capire alle donne che possono e devono reagire in caso di aggressione. Questo spiazza l’uomo e spesso è sufficiente a farlo desistere», aggiunge l’esperto. Inoltre, in ogni lezione ci sono degli spunti dedicati alla “lettura del corpo”: riconoscere chi ci potrebbe far male è fondamentale per prevenire, allontanandosi. «Non pensare, poi, che si combatta come nei film: sono banditi pugni e stritolamenti», specifica l’istruttore. «Meglio un colpo ben assestato con il palmo della mano sulla gola, una doppia sberla sulle orecchie, una botta sui polsi, se l’aggressore ti Ecco i suggerimenti di Walter Friuli, il nostro esperto, per utilizzare, a tua difesa, alcuni oggetti che porti normalmente con te. Devi averli però effettivamente a portata di mano. Non pensare quindi di usare la borsa, se la porti a tracolla o di cercare il portachiavi tra le tasche. sta stringendo un braccio». Per questo serve anche una fase di preparazione fisica: «Si lavora soprattutto sfruttando il centro del corpo, la zona di addome e schiena, per sferrare colpi più forti e resistere al meglio in caso di un tentativo di atterramento», spiega Madsen. «Comunque, se si è ancora abbastanza distanti, è sempre meglio scappare, ma senza mostrare paura».
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È un’arte marziale che propone, soprattutto, il combattimento a terra, perché si basa sul presupposto che il vantaggio di una persona più forte fisicamente venga così ridotto. Nasce in Brasile ed è ispirata al tradizionale jujutsu giapponese. «Si tratta di una tecnica di autodifesa molto varia e completa: si serve infatti di prese, leve, “strangolamenti” e colpi diretti», spiega Eve Gracie, della Gracie Jiu Jitsu Academy, una scuola che fornisce la certificazione internazionale per gli istruttori. «Proponiamo dei corsi specifici dedicati alle donne, puntando prima di tutto a sviluppare la fiducia in se stesse», continua l’esperta. «Si ricreano in palestra, quindi, situazione di stress emotivo e fisico, sempre crescente. Aiutandole fornendo, di volta in volta, suggerimenti su come neutralizzare prese e agganci. Al tempo stesso si fa un percorso di training, personalizzato per ogni allieva, con mobilizzazioni articolari, saltelli, esercizi di tonificazione: già dopo un paio di mesi le partecipanti sono più reattive, agili, consapevoli della loro fisicità e capacità. Anche se si tratta di persone che non avevano mai fatto sport».
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