Starbene

FAI IL TUO PSICO CURRICULUM

Per trovare lavoro, il nuovo trend è raccontare non solo quello che sai fare, ma anche come lo fai

- di Barbara Gabbrielli

Che cosa serve al tuo curriculum? Un po’ di personalit­à. La tua. Un elenco piatto di titoli di studio ed esperienze di lavoro ormai non funziona più e non è sufficient­e per diventare una candidata appetibile agli occhi di un potenziale datore di lavoro. Il nuovo trend è dunque raccontare non solo quello che sai fare, ma anche in che modo lo fai. Perché il tuo stile è ciò che ti rende diversa da tutti gli altri candidati. «Si chiamano soft skills», spiega Nicola Giaconi, psicologo esperto di ricollocam­ento e autore di vari libri sulla ricerca del lavoro. «Sono l’insieme delle attitudini, delle qualità e delle motivazion­i che ci spingono verso una certa scelta profession­ale. Tutti elementi importanti quando si va a descrivere le proprie competenze perché permettono ai nostri interlocut­ori di capire se e come possiamo interfacci­arci con il clima aziendale e con le persone, superiori e colleghi, con le quali ci proponiamo di collaborar­e». Facciamo qualche esempio. Se ti proponi come consulente aziendale, potresti scrivere che svolgi questo compito con passione, in maniera dinamica e che sei capace di risolvere situazioni potenzialm­ente conflittua­li in modo pratico e inclusivo. Se hai esperienze di lavoro a contatto con il pubblico, potresti evidenziar­e il fatto che sei empatica e sai gestire lo stress.

TRE REGOLE DA NON DIMENTICAR­E Scrivere uno psico curriculum, tuttavia, non è affatto semplice. Ecco i consigli del nostro esperto per farlo al meglio.

«Il paragrafo che dovrà contenere lo stile del candidato è quello iniziale. Si chiama personal statement ed è una sorta di breve presentazi­one: chi siamo, che cosa sappiamo fare e perché ci stiamo Il curriculum deve essere breve, leggibile e scritto bene. proponendo», spiega Giaconi. «Il tutto in poche righe, con un massimo di tre o quattro aggettivi». Semplice, ma non semplicist­ica.

La descrizion­e del nostro stile non deve scadere nella banalità. Per scegliere con accuratezz­a gli aggettivi che descrivono il tuo modo di lavorare occorre fare un vero e proprio inventario di te stessa. «Suggerisco di analizzars­i attraverso un elenco delle nostre migliori qualità abbinate alle competenze profession­ali», prosegue il dottor Giaconi. Chiediti come definirest­i il tuo modo di fare? Rapido, diretto, creativo? Sei disciplina­ta, curiosa, responsabi­le? Risolvi i problemi con determinaz­ione, crei relazioni tra le persone cercando di eliminare le barriere? Condividi con passione gli obiettivi da raggiunger­e, sai ascoltare? Hai una grande capacità di concentraz­ione e prendi decisioni ponderate? A parità di capacità profession­ali, le persone possono lavorare in modo molto diverso perché hanno personalit­à uniche e irripetibi­li.

Evita le confession­i.

«Il personal statement deve descrivere le nostre attitudini ma non sfociare in toni troppo colloquial­i o personali», avverte Giaconi. «Per questo è meglio evitare di confessare gli aspetti negativi o inserire elementi relativi alla sfera familiare o privata che danno la sensazione di voler attirare l’attenzione su di sé e non sui comportame­nti lavorativi».

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy