Apparecchi sempre più hi-tech
Ipertecnologiche, personalizzate e invisibili, oggi le protesi acustiche si comportano come un secondo orecchio. «Quelle più moderne sono digitalizzate e in grado di elaborare, attraverso i loro componenti, il suono in modo raffinato: l’onda sonora viene convertita in un numero, gestito poi da un microprocessore molto simile a quello di un pc e inviato a un convertitore che lo trasmette all’altoparlante», spiega il dottor Fabio Beatrice, otorino e audiologo a Torino. «Il suono arriva pulito e la voce viene selezionata in mezzo al rumore, per permetterne una maggior comprensione. Gli apparecchi più moderni sono dotati anche della tecnologia wireless e quindi possono essere collegati all'Mp3, al proprio cellulare, al televisore e a ogni device senza fili presente in casa, per un ascolto più piacevole e chiaro». Ridotte al minimo anche le dimensioni con i modelli endoauricolari, da inserire nel condotto uditivo, che sono diventati praticamente invisibili. A favore della loro discrezione gioca anche il colore, oggi sempre più simile a quello della pelle. «Attenzione però, la protesi acustica va personalizzata», mette in guardia Fabio Beatrice. «Nella scelta, perciò, è bene orientarsi su prodotti che, oltre a vantare una tecnologia avanzata garantiscono anche un counseling audioprotesico di almeno un mese, in modo da “tarare” bene l’apparecchio in rapporto al deficit uditivo e alle abitudini di chi lo indossa, ottimizzarne l’utilizzo e far sì che diventi "un abito su misura». I costi: tra i 2500 e i 6000 €, che in alcune Regioni vengono in parte rimborsati dalle Asl.