Editoriale
Provate a immaginare una dieta che non vi dica cosa mangiare ma come farlo. E non intendo l’orario in cui consumare i pasti o gli abbinamenti più salutari da portare in tavola, ma l’approccio psicologico all’atto del nutrirsi. Ebbene, questa dieta esiste e si chiama mindful
eating (ne parliamo a pag. 34).
L’invito a vivere il qui e ora che ci arriva dalla mindfulness, a essere presenti e consapevoli delle azioni che facciamo, tradotto in abitudini alimentari significa badare a tutte le sensazioni percepite a partire dal cibo, sia quelle positive sia quelle negative. E anche imparare a cogliere i segnali di fame e sazietà.
Questa dieta inizia nel momento in cui facciamo la spesa e finisce ben dopo aver mandato giù l’ultimo boccone. Non include alimenti ma azioni. Noi ne abbiamo individuate 29, di cui almeno 5 ho deciso di metterle in pratica. 1) Non comprare mai nulla che non abbia segnato nella lista della spesa. La scelta è più consapevole se decido gli acquisti da fare mentre sono lontana dalle sensazioni visive e olfattive che mi provoca il cibo sugli scaffali del supermercato.
2) Andare a fare la spesa quando sono rilassata, mai dopo una litigata o una giornata faticosa.
3) Toccare, odorare, sentire il rumore e la consistenza di tutti i cibi che manipolo mentre cucino. Un gesto che ho sempre visto fare agli chef, ma che ha ben altre valenze di quelle che immaginavo.
4) Farmi domande sul cibo che ho davanti. Da quale Paese proviene, ma anche quale processo hanno subito gli ingredienti per finire nel mio piatto. 5) Infine, non alzarmi da tavola subito dopo la fine del pasto. Piuttosto, rimanere seduta ancora un po’ per godere della consapevolezza acquisita e provare a portarla dentro tutto ciò che farò nel resto della giornata.