Pipì a letto: un problema da non trascurare
Dopo i 5 o 6 anni i bambini non dovrebbero più incappare nell’incidente. Se si verifica ancora, bisogna intervenire con le cure
Ben 2 milioni di persone soffrono di enuresi. Di queste, più della metà sono bambini e adolescenti fra 5 e 14 anni. Negli altri casi si tratta di adulti le cui famiglie hanno sottovalutato il problema quando erano piccoli. I numeri, resi noti recentemente dalla Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps), descrivono una realtà tanto diffusa quanto sommersa. «Pochi sanno che il disturbo colpisce fino al 20% dei bimbi all’età di 5 anni. Percentuale che scende al 10% a 10 anni e fino al 3% tra i 15 e i 20 anni. Eppure bagnare le lenzuola di notte resta un disturbo sottovalutato. Spesso, infatti, i genitori, per imbarazzo o per l’errata convinzione che prima o poi il disturbo passerà da sé, non ne parlano con il pediatra», precisa il dottor Giuseppe Di Mauro, presidente della Sipps.
CAUSA MOLTI DISAGI
La chiave, invece, è nella diagnosi precoce: «Prima si scopre il problema, più facile sarà intervenire e risolverlo, evitando che si trascini in età adulta e diventi cronico. È stato dimostrato che l’80% degli over 65 che soffrono di incontinenza ha avuto enuresi notturna da piccolo», aggiunge la professoressa Maria Laura Chiozza, urologa pediatra del dipartimento di Pediatria all’Università degli Studi di Padova. Inoltre, fare la pipì a letto può causare pesanti ripercussioni psicologiche anche sul bambino: «Il piccolo sviluppa sensi di colpa, vive con sofferenza l’impossibilità di andare a dormire dagli amichetti, arriva a sentirsi diverso dagli altri», fa notare il dottor Giuseppe Di Mauro. E a risentirne è anche il rendimento scolastico: «I bambini che soffrono di enuresi dormono male perché costretti dai genitori a uno o più risvegli durante la notte, oppure per l’ansia di trattenersi o per il disagio di dormire tra le lenzuola bagnate. E il sonno di cattiva qualità si traduce in deficit di attenzione in classe», puntualizza il presidente.
SI GUARISCE AL MASSIMO IN UN ANNO Se a 5/6 anni il bambino bagna le lenzuola bisogna parlarne con il pediatra: «Una volta accertata l’esistenza del problema, comincerà subito con un trattamento a base di una sostanza analoga alla vasopressina, ormone che interviene sulla produzione di urina», illustra la professoressa Laura Chiozza. «La terapia, in compresse sublinguali da prendere la sera, prosegue fino a quando non si avranno più episodi di enuresi per 60 notti consecutive. Al massimo entro 12 mesi, il problema si risolve in modo definitivo», conclude la professoressa.