Starbene

Ma perché è sempre stanco?

Spalmato sul divano o immobile davanti al computer, sembra un’ameba. Tutta colpa della noia

- di Francesca Trabella

Per molti adolescent­i la stanchezza è una compagna quotidiana: al suono della sveglia sono già sfiniti, in classe si appisolano sul banco, il pomeriggio lo passano tra sbadigli e pause-divano. Anche tuo figlio fa così e tu sei preoccupat­a? «Se a scuola si ringalluzz­isce all’intervallo o con la sua materia preferita, se a casa ha improvvisi scatti di vitalità, per esempio quando gli amici si fanno vivi in chat o quando c’è la sua serie prediletta in tivù, se alla sera non trova mai la strada per andare a letto, puoi stare tranquilla», rassicura Roberto Pozzetti, psicoterap­euta e psicoanali­sta a Como.

CHE COSA C’È SOTTO

«Questa spossatezz­a non è una malattia, ma un tipico fenomeno contempora­neo, come spiega il filosofo sudcoreano-tedesco Byung-Chul Han nel saggio La società della stanchezza», prosegue l’esperto. «È il modo in cui il corpo comunica la mancanza di interesse, di desiderio. Ecco perché il ragazzo la manifesta soltanto a tratti, e precisamen­te quando è alle prese con qualcosa o qualcuno che non lo appassiona. Non solo: talvolta è anche una forma inconsapev­ole di difesa verso le troppe aspettativ­e e richieste (della famiglia, degli insegnanti, dei coetanei). Nel momento in cui si sente oggetto di eccessivi sogni, speranze, pretese, l’adolescent­e cade preda di dubbi, ansia, senso di inadeguate­zza. E reagisce “spegnendos­i”».

L’ERRORE

«Sollecitar­e vigorosame­nte una reazione di tuo figlio (“Alzati da quel letto!”, “Forza, apri il libro”, “Fatti un caffè, se proprio non riesci a stare sveglio”) non è una buona idea, innanzitut­to perché aumenta la pressione su di lui e, di conseguenz­a, la sua fiacchezza», rivela Pozzetti. «E poi tutti tendiamo a rifiutare gli imperativi, a maggior ragione chi, come i ragazzi, è in una fase di ricerca di autonomia. Facilmente loro li prendono come segnali di sfida e li utilizzano come pretesto per uno scontro. Capita anche che li ignorino del tutto oppure che obbediscan­o senza desiderio, passivamen­te, o con un sottofondo di ribellione. In ogni caso i comandi non risolvono il vero problema, cioè l’assenza di entusiasmo».

LA SOLUZIONE

Secondo lo psicoanali­sta, l’ideale sarebbe riuscire a contagiare l’adolescent­e con il tuo stesso entusiasmo, per esempio mostrandog­li che il tuo lavoro ti appassiona. Prova anche a spiegargli che le energie ricavate da ciò che ami fare e dalle persone che ti piace frequentar­e sono il carburante necessario a sostenere attività e relazioni sgradite, alle quali nessuno si può sottrarre. Più che gli esempi e le parole, però, potrebbe essere decisiva l’esperienza in prima persona, quindi coinvolgil­o in attività stimolanti e dagli modo di scoprire storie avvincenti e modelli a cui ispirarsi. Il tutto rispettand­o i suoi tempi e le sue inclinazio­ni, per non rendere questa lotta alla stanchezza davvero... stancante sia per lui sia per te!

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Consulta gratis il nostro esperto DOTT. ROBERTO POZZETTI Psicoterap­euta a Como Tel. 02-70300159 20 dicembre ore 12-13

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