Starbene

I forzati delle previsioni

Se controlli spesso il meteo e ti fai condiziona­re da pioggia e neve, forse hai un problema di autostima

- di Barbara Gabbrielli

Le previsioni meteo non lasciano spazio a dubbi: sarà un Natale gelido. Il che potrà rendere felice chi ama i paesaggi innevati o gli sport invernali, ma per qualcuno la semplice prospettiv­a sarà già una condanna. Se fa freddo, non si fanno programmi. Se piove, saltano i progetti del weekend. Se la temperatur­a è in calo, non si esce di casa. Sì, è sempre più folta la schiera dei patiti del meteo. O meglio, dei forzati delle previsioni, che consultano app e siti specializz­ati per avere il dettaglio della situazione, ora dopo ora, e decidere di conseguenz­a che cosa fare o non fare: la mattina no, perché dà nuvoloso, però forse nel pomeriggio esce un po’ di sole. Insomma, conoscere le variazione del clima, ormai sempre più bizzarre, per molti di noi sembra diventato fondamenta­le. O forse è solo un alibi?

È UN MODO PER PLACARE L’ANSIA

«La relazione con il meteo tocca due temi molto importanti. Il primo è quello, antico come l’uomo, del futuro e della necessità di prevederlo. Il secondo è quello, molto attuale, della fiducia», ci spiega Massimo Bustreo, docente di psicologia del turismo e psicologia dei consumi all’università Iulm di Milano. «Controllar­e il domani è una necessità costante. Quindi, sapere che tempo farà riduce la nostra ansia da incertezza e ci dà la sensazione di non prendere una decisione nel rischio totale», aggiunge l’esperto. Ma cosa scatta invece nella psiche di chi adduce la ragione del tempo per non uscire, non fare piani, disdire all’ultimo momento? «Il meteo in questi casi diventa una via di fuga, un modo per ridurre la responsabi­lità dei nostri atti», aggiunge il professor Bustreo. È un po’ come dire: non vengo non perché ho deciso di non uscire ma perché probabilme­nte pioverà. Insomma, non dipende da me. «Questo atteggiame­nto è indice di una tendenza remissiva nei confronti della progettual­ità, che va oltre il semplice rifiuto di uscire perché fa freddo», spiega lo psicologo. «Dimostra che non abbiamo fiducia in noi stessi e, di conseguenz­a, neppure negli altri. Dice che abbiamo bisogno di appellarci a qualcosa di esterno, come una previsione meteorolog­ica, per motivare un nostro atto che quasi sempre coincide con una rinuncia».

TIPICO DI CHI NON HA PROGETTI

Si potrebbe pensare che tutto ciò possa accadere in un momento di difficoltà personale. Ma il problema è più ampio. «Quello che noto oggi, soprattutt­o nei giovani, è una generale mancanza di progettual­ità legata all’incertezza. Anche farsi condiziona­re dal meteo è una manifestaz­ione dell’incapacità di gestire il presente e di investire nel futuro», conclude l’esperto.

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 ??  ?? Consulta gratis il nostro esperto PROF. MASSIMO BUSTREO Docente di psicologia del turismo allo Iulm di Milano Tel. 02-70300159 18 dicembre ore 11-12
Consulta gratis il nostro esperto PROF. MASSIMO BUSTREO Docente di psicologia del turismo allo Iulm di Milano Tel. 02-70300159 18 dicembre ore 11-12

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