La prevenzione grazie al vaccino
Secondo un’indagine su oltre 200 persone tra i 60 e i 70 anni condotta da DoxaPharma per MSD Italia, ben il 74% degli intervistati non sa che eiste un vaccino contro l’herpes zoster. Un vero peccato, perché la patologia viene descritta da chi l’ha vissuta come un dolore severo, insopportabile, che compromette attività lavorative e gesti quotidiani. Come un tunnel del quale non s’intravvede la fine. Il messaggio delle istituzioni sanitarie è, quindi, semplice: chi ha avuto la varicella nell’infanzia o adolescenza dovrebbe vaccinarsi per evitare la dolorosa riattivazione del virus e la nevralgia post-erpetica, la principale complicanza dell’infezione da herpes zoster. Spiega il dottor Sandro Giuffrida, direttore della U.O.C. di Igiene e sanità pubblica dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria: «Il fuoco di Sant’Antonio colpisce in Italia il 20% per cento dei pazienti che in passato hanno contratto l’infezione da herpes zoster. Il virus Varicella-Zoster (VZV), infatti, rimane latente per moltissimi anni nel midollo spinale e nel tronco encefalo, senza dare segnali della sua presenza. Con l’avanzare dell’età, però, le difese dell’organismo si abbassano e il virus può risvegliarsi nei momenti di debolezza». La fase acuta, caratterizzata da brucianti bolle piene di liquido che poi
si ricoprono di crosticine, dura da 2 a 4 settimane. Ma nella metà dei pazienti, compare la nevralgia post-erpetica, che può persistere per mesi o addirittura per anni. La cura prevede farmaci antivirali, combinati a diverse terapie per il dolore: dai comuni antinfiammatori e analgesici, spesso inefficaci, a farmaci antiepilettici e antidepressivi raccomandati dalle linee guida fino ai trattamenti non farmacologici (come l’agopuntura, provata con successo dalla protagonista della nostra storia). Spiega ancora il dottor Sandro Giuffrida. «Purtroppo, solo un paziente su due registra un’attenuazione del dolore. Per questa ragione è molto importante diffondere una cultura di prevenzione, visto che il vaccino in grado di fugare dolorose complicanze è a disposizione di tutti. Consiglio vivamente di ricorrervi a chi ha superato i 60 anni, quando il rischio di ammalarsi aumenta, o se si è affetti da patologie croniche che minano l’efficienza del sistema immunitario, quali il diabete, l’insufficienza renale, la depressione, l’epatite, l’hiv o le malattie oncologiche». Per chi ha compiuto 65 anni e per tutte le categorie a rischio elencate, il vaccino viene dispensato gratuitamente. Per tutti gli altri, è possibile acquistarlo in farmacia (circa 150 €) o presso un centro vaccinale della Asl, dove costa la metà. Diffuso in oltre 60 Paesi al mondo, il vaccino viene somministrato in un’unica dose e non presenta effetti collaterali.