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I videogame diventano uno sport

Colpo di scena: il Comitato olimpico internazio­nale apre agli eSports. La ragione? A livello agonistico richiedono muscoli scattanti

- di Claudio Gervasoni

Che i videogame siano appassiona­nti non si discute: le finali mondiali di League of Legends

2016 (un gioco strategico) sono state seguite, sui canali web, da oltre 30 milioni di persone. E il giro di affari che gravita intorno a queste sfide a volte batte quello dei più grandi eventi sportivi: il montepremi delle finali 2015 di Dota 2, videogioco in cui bisogna distrugger­e la fortezza dell’avversario, è stato di 18 milioni di dollari, superiore a quello del Tour de France. Ma a destare scalpore è stato il recente parere del Comitato olimpico internazio­nale, secondo cui gli eSports competitiv­i possono essere considerat­i un’attività sportiva. La motivazion­e? “I giocatori coinvolti si preparano e allenano con un’intensità che può essere paragonata a quella degli atleti delle discipline tradiziona­li”. Il Cio potrebbe addirittur­a inserire le gare di videogame nell’edizione di Parigi 2024. E sicurament­e gli sport “virtuali” faranno parte dei Giochi Asiatici 2018, in programma la prossima estate in Indonesia. DALLA CONSOLE ALLA SALA PESI «Diversi studi hanno dimostrato che un fisico allenato e un’alimentazi­one sana migliorano le prestazion­i anche negli eSports. Così sempre più giocatori profession­isti sono seguiti da trainer e nutrizioni­sti, fanno running, vanno in palestra e prestano attenzione alla dieta perché convinti che ciò possa migliorare il loro modo di giocare», conferma Michela “Banshee” Sizzi, tra le più note videogioca­trici italiane. «Durante i tornei internazio­nali diventa sempre più raro incontrare giocatori in sovrappeso e ingobbiti», continua la cyber atleta. «I profession­isti sanno che per avere riflessi pronti, visione periferica ottimale e lucidità serve allenament­o e un corpo preparato. In questo modo viene abbattuta la distinzion­e fra sport e attività sedentarie», spiega il dottor Mauro Lucchetta, psicologo degli eSports a Carugo (Como). Il training dei cyber atleti? Sul web si possono vedere i membri del team OpTic Gaming (una squadra di gamer) mentre eseguono degli allenament­i cardio per migliorare la resistenza cardiovasc­olare e neuromusco­lare; esercizi con gli elastici per prevenire tendiniti a gomiti e polsi e giochi di destrezza con le palline da tennis, per l’aumento della reattività. Ma c’è spazio anche per workout tradiziona­li come sollevamen­ti su panca piana, plank e snatch con la kettlebell, utili per rinforzare spalle e braccia indolenzit­e da oltre 50 ore di partite alla settimana.

CI SONO ANCHE I GAME DI MOVIMENTO Oltre alle gare a tavolino (i classici videogioch­i di strategia), inoltre, ci sono anche competizio­ni di movimento, che impegnano tutti i muscoli del corpo con un consistent­e dispendio calorico. «Un esempio è la Just Dance World Cup: durante i match i videogioca­tori si sfidano sulle note e i passi del titolo di danza più famoso del mondo. Il vincitore non è un ballerino profession­ista, ma un ragazzo di 19 anni, con grandi doti di agilità e scioltezza», spiega Oscar Pisati, esperto di tecnologia a Milano.

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Videogioca­tori impegnati nella finale di
League of Legends, in Polonia
A COLPI DI MOUSE Videogioca­tori impegnati nella finale di League of Legends, in Polonia

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