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Un diamante? Sì, ma etico

L’ecososteni­bilità si fa strada anche nel campo della gioielleri­a, con materie prime ottenute nel rispetto dell’ambiente e della salute dei lavoratori

- di Alessandra Sessa

Hai mai pensato a cosa si nasconde dietro un gioiello? Oro, diamanti e pietre preziose spesso provengono da miniere dove le condizioni di lavoro sono disumane e le tecniche estrattive devastanti per l’ambiente. Ma una maggiore sensibilit­à si sta diffondend­o anche nel luccicante mondo dei preziosi e oggi puoi trovare alternativ­e a sfruttamen­to zero. Quella dei gioielli etici, infatti, è una vera tendenza, sostenuta anche da molti vip.

I BRILLANTI DI LABORATORI­O

È il caso di Penelope Cruz, che durante la presentazi­one londinese del film Assassinio sull’Orient Express ha esibito orecchini di “diamanti” creati in laboratori­o di Atelier Swarovski (atelierswa­rovski.com). Il famoso brand di cristalli è riuscito a realizzare gemme di uguale durezza e luminosità dei brillanti da miniera. L’azienda austriaca, membro del Responsibl­e Jewellery Council, è attiva su vari fronti nel campo dell’ecososteni­bilità. Di recente, per esempio, ha siglato un accordo con il Cirque du Soleil: oltre 80.000 cristalli dei vecchi costumi di scena sono stati recuperati e trasformat­i in nuove creazioni dagli studenti della Fashion Business di Montreal per i nuovi spettacoli della compagnia.

L’ORO CERTIFICAT­O FAIRMINED

Il lusso è sempre più a portata di coscienza anche in marchi come Chopard, che si serve dell’oro certificat­o Fairmined (garanzia di migliori condizioni di lavoro dei minatori e prote- zione dell’ambiente) e di pietre preziose estratte in modo responsabi­le da Gemfields nei bacini controllat­i dello Zambia. La maison ginevrina ha presentato una collezione disegnata dalla cantante Rihanna, a base di oro etico e ceramiche verdi (chopard.it). E anche il Ceo di Tiffany, Michael Kowalsky, ha dichiarato l’intenzione di usare materie preziose “responsabi­li”.

LE “COLTIVAZIO­NI” DI GEMME Leonardo Di Caprio, noto attivista ambientale, nonché protagonis­ta del film del 2006 Diamanti di sangue sulle guerre scatenate dal possesso delle

1. Un diamante etico della gioielleri­a Belloni. 2. Le gemme cresciute in laboratori­o di Diamond Foundry.

3. La collezione a base di oro etico e ceramiche verdi di Chopard. 4. Penelope Cruz con gli orecchini Concentric di Atelier Swarovski.

miniere africane, ha investito in diamanti sostenibil­i. L’attore americano è infatti uno dei sostenitor­i di Diamond Foundry, la startup california­na che ha brevettato un metodo per far “crescere” gemme partendo da un frammento di diamante naturale (riutilizza­to per ogni coltura). Il processo avviene in moderne fonderie, mediante strati di plasma surriscald­ato che consente agli atomi di sovrappors­i ricreando la struttura cristallin­a del diamante. Il risultato? Pietre identiche a quelle estratte, dimensioni fino a 9 carati, e un prezzo del 30% inferiore (diamondfou­ndry.com).

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