Un diamante? Sì, ma etico
L’ecosostenibilità si fa strada anche nel campo della gioielleria, con materie prime ottenute nel rispetto dell’ambiente e della salute dei lavoratori
Hai mai pensato a cosa si nasconde dietro un gioiello? Oro, diamanti e pietre preziose spesso provengono da miniere dove le condizioni di lavoro sono disumane e le tecniche estrattive devastanti per l’ambiente. Ma una maggiore sensibilità si sta diffondendo anche nel luccicante mondo dei preziosi e oggi puoi trovare alternative a sfruttamento zero. Quella dei gioielli etici, infatti, è una vera tendenza, sostenuta anche da molti vip.
I BRILLANTI DI LABORATORIO
È il caso di Penelope Cruz, che durante la presentazione londinese del film Assassinio sull’Orient Express ha esibito orecchini di “diamanti” creati in laboratorio di Atelier Swarovski (atelierswarovski.com). Il famoso brand di cristalli è riuscito a realizzare gemme di uguale durezza e luminosità dei brillanti da miniera. L’azienda austriaca, membro del Responsible Jewellery Council, è attiva su vari fronti nel campo dell’ecosostenibilità. Di recente, per esempio, ha siglato un accordo con il Cirque du Soleil: oltre 80.000 cristalli dei vecchi costumi di scena sono stati recuperati e trasformati in nuove creazioni dagli studenti della Fashion Business di Montreal per i nuovi spettacoli della compagnia.
L’ORO CERTIFICATO FAIRMINED
Il lusso è sempre più a portata di coscienza anche in marchi come Chopard, che si serve dell’oro certificato Fairmined (garanzia di migliori condizioni di lavoro dei minatori e prote- zione dell’ambiente) e di pietre preziose estratte in modo responsabile da Gemfields nei bacini controllati dello Zambia. La maison ginevrina ha presentato una collezione disegnata dalla cantante Rihanna, a base di oro etico e ceramiche verdi (chopard.it). E anche il Ceo di Tiffany, Michael Kowalsky, ha dichiarato l’intenzione di usare materie preziose “responsabili”.
LE “COLTIVAZIONI” DI GEMME Leonardo Di Caprio, noto attivista ambientale, nonché protagonista del film del 2006 Diamanti di sangue sulle guerre scatenate dal possesso delle
1. Un diamante etico della gioielleria Belloni. 2. Le gemme cresciute in laboratorio di Diamond Foundry.
3. La collezione a base di oro etico e ceramiche verdi di Chopard. 4. Penelope Cruz con gli orecchini Concentric di Atelier Swarovski.
miniere africane, ha investito in diamanti sostenibili. L’attore americano è infatti uno dei sostenitori di Diamond Foundry, la startup californiana che ha brevettato un metodo per far “crescere” gemme partendo da un frammento di diamante naturale (riutilizzato per ogni coltura). Il processo avviene in moderne fonderie, mediante strati di plasma surriscaldato che consente agli atomi di sovrapporsi ricreando la struttura cristallina del diamante. Il risultato? Pietre identiche a quelle estratte, dimensioni fino a 9 carati, e un prezzo del 30% inferiore (diamondfoundry.com).