Solari per la montagna
Devono avere consistenza ricca e fattori di protezione alti per schermare i raggi UV e il riverbero del sole sulla neve, proteggendo dal freddo e dal vento. Ne abbiamo testati 14, premiandone 4
In montagna i raggi solari “picchiano” più forte, un po’ perché sulle vette la fascia atmosferica è più sottile, un po’ perché la neve riverbera i raggi 4 volte più della sabbia. Quindi il solare deve avere un fattore di protezione molto alto (50 o 50+). Abbiamo preso in esame 14 prodotti con questo requisito, promuovendone 4 a pieni voti. Ecco con quale criterio.
LA FORMULA
«Abbiamo bocciato i solari che contenevano filtri in versione “nano”: in quelli scelti le molecole restano sulla superficie a proteggere l’epidermide e non hanno la possibilità di superare la barriera del derma», spiega il cosmetologo Umberto Borellini. «Appaiono dunque più “bianchi” e pastosi, ma garantiscono un’ottima protezione dai raggi». No anche all’alcol, che può disidratare la cute già stressata dagli agenti esterni, e ai parabeni. «Sì invece alle formule ricche di agenti nutrienti e dermoprotettivi, utili a prevenire o lenire le irritazioni dovute a freddo, vento e sole forte».
LA PROVA PRATICA
Abbiamo steso i prodotti sul viso deterso dopo aver applicato la crema giorno e il contorno occhi, prima di uscire ed esporre la pelle al sole. Abbiamo valutato consistenza, spalmabilità, aspetto del viso dopo l’applicazione, comfort e resa. Inoltre abbiamo considerato le dimensioni e la praticità della confezione, per poter riapplicare il prodotto nel corso della giornata, magari sugli sci.
IL CONSIGLIO
«Le creme solari impiegano qualche minuto prima di attivarsi, quindi si devono applicare prima di uscire e di esporsi al sole. Conviene poi usare una quantità adeguata di prodotto: se se ne mette troppo poco si rischia di compromettere la protezione solare. Infine, ricorda di riapplicare il solare dopo un paio d’ore, specie se il sole splende, così da evitare di scottarti», conclude il cosmetologo Umberto Borellini.