Starbene

PROFUMO DI MIRTO

Tipico della Sardegna, può in realtà essere coltivato anche nelle regioni settentrio­nali. Per le bacche come per la lunghissim­a fioritura primaveril­e

- di Nadia Tadioli

Si dice mirto e si pensa alla Sardegna. Invece è una specie robusta che sopporta bene anche gli inverni della Pianura Padana e nei mesi freddi presenta cespugli ricoperti dalle famose bacche viola che si gustano nel liquore e si usano in cucina. «Il Myrtus communis è un arbusto bello tutto l’anno, anche perché è un sempreverd­e. Le foglie non cadono mai, ma con il freddo assumono sfumature rosse: così fanno risaltare le bacche, che rimangono sul ramo da novembre a febbraio», spiega

Enrico Parolo, titolare del vivaio Geel Floricultu­ra di Carceri, in provincia di Padova (geelfloric­ultura.it). «Da maggio a luglio, poi, si riempie di fiorellini bianchi, abbastanza simili a quelli del cappero». Per coltivarlo, segui i consigli dell’esperto in questa pagina. E sappi che con il mirto porti a casa anche un po’ di mitologia, perché era una pianta sacra a Venere. A ragione, perché le sue bacche, ricche di antiossida­nti, ti mantengono giovane.

IN GIARDINO

Messo a terra, è un arbusto che può arrivare a 2 metri d’altezza, bello anche da solo ma perfetto per siepi e recinzioni. I momenti migliori per piantarlo sono la primavera e l’autunno: scegli un angolo soleggiato e, se abiti al Nord, anche riparato dal vento. Non importa il tipo di terreno, purché sia leggero e ben drenato. Se è molto compatto e argilloso, scava una buca profonda e lavora la terra aggiungend­o sabbia di fiume e stallatico o letame in pellet. Bagna spesso per i primi mesi, finché non sarai sicura che abbia attecchito. Da questo punto in poi il cespuglio diventa abbastanza autonomo. Avrà bisogno di acqua in caso di siccità, di stallatico in autunno e di una leggera potatura in primavera. Ma taglia solo i rami vecchi: è su quelli giovani che crescono fiori e bacche.

IN CUCINA

«Tradiziona­lmente le bacche di mirto si usano per insaporire arrosti e carni alla griglia, soprattutt­o di capretto o di selvaggina, ma con un po’ di fantasia possono accompagna­re ogni pietanza», spiega Roberto Petza, chef stellato del ristorante “S’apposentu” di Siddi, nella provincia sarda del Medio Campidano (sapposentu.it). «Il sapore delle bacche è intenso e aromatico grazie all’alto contenuto di antiossida­nti. Tra questi ci sono i tannini, che possono dare un gusto un po’ amaro: per le ricette dal sapore delicato bisogna allora ridurne la quantità. Con i primi piatti e con il pesce io uso le foglie, che hanno lo stesso sapore, ma sono meno ricche di principi attivi. Per i dolci, invece, preparo una confettura in cui le bacche vengono mischiate alle mele».

IN TERRAZZO

Il mirto può crescere anche in vaso, su un terrazzo o un balcone esposto a Sud o a Ovest. Non è una pianta esigente, ma d’estate ha bisogno di innaffiatu­re 3-4 volte la settimana. In inverno invece non serve dargli d’acqua, è sufficient­e l’umidità presente nell’aria. Perché cresca sano, l’ideale è rinvasarlo ogni primavera. Scegli ogni volta un recipiente di un paio di centimetri più grande e rinnova del tutto la terra: perché sia abbastanza soffice, usa un buon terriccio universale (quelli in vendita sono già arricchiti di tutte le sostanze nutritive necessarie) e alleggeris­cilo con pietra pomice o lapillo. Come per le piante a terra, serve potare i rami secchi all’inizio della primavera.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy