Caschi da sci
Abbiamo messo alla prova 11 modelli. Ecco quelli che hanno superato il test: oltre a essere sicuri, sono pratici e mantengono al loro interno una temperatura confortevole
Quando acquistiamo un casco da sci ci preoccupiamo soprattutto che offra le massime garanzie di sicurezza. Possiamo stare tranquille: tutti i modelli in commercio devono rispettare gli standard imposti dalla normativa europea CE EN 1077. Molte di noi non sanno però che ci sono 2 tipi di omologazione: la classe A (per chi affronta delle competizioni) e la B, dedicata ai semplici appassionati. La differenza? I caschi “turistici” possono avere paraorecchie, prese d’aria e condotti per l’areazione, dettagli che per particolare cautela (una sciatrice durante una gara di discesa libera può superare anche i 120 km orari), non sono presenti in quelli da agonismo. Nel nostro test abbiamo messo alla prova 11 modelli da turismo: i 4 promossi a pieni voti li trovi nella pagina a fianco.
CHE COSA ABBIAMO VALUTATO
Le nostre tester hanno valutato positivamente la presenza di un funzionale sistema di regolazione della calzata, di
un rivestimento interno caldo e confortevole in morbido tessuto sintetico e la possibilità di aprire e chiudere il cinturino del sottomento con facilità, anche quando si indossano i guanti da sci. Un fattore particolarmente importante è anche la capacità di regolare la circolazione dell’aria sotto la calotta, per assicurare alla testa il giusto
tepore quando fa freddo e favorire la traspirazione durante e dopo uno sforzo intenso in pista.
IL RISULTATO
Tutti i modelli sul podio hanno mostrato di possedere i requisiti richiesti. Quelli che abbiamo scartato si sono rivelati scomodi, pesanti e meno in
grado di assicurare il tepore necessario nelle giornate più fredde.
IL CONSIGLIO IN PIÙ
Meglio acquistare un casco da sci dotato di un paraorecchie in tessuto o pelliccia sintetica: se fa troppo caldo basta sganciarlo e toglierlo per abbassare immediatamente la temperatura.