La mia vita è in bicicletta
Alberica era una manager; ora accompagna i turisti su due ruote alla scoperta della sua città. Ed è finalmente felice
Ora più che mai sono convinta che bisogna vivere in funzione di ciò che si ama. E le mie passioni sono la bicicletta e la mia città. Nella mia vita precedente, però, non c’era spazio per nessuna delle due. O per lo meno solo saltuariamente, quando riuscivo a prendermi del tempo libero per frequentare i raduni, per farmi qualche breve vacanza da cicloturista e per collaborare con un sito specializzato che organizzava eventi per amanti della bici. Lavoravo come marketing manager in una grande multinazionale nel settore digitale e mi occupavo della gestione delle campagne on line. Passavo le mie giornate tra Milano e Parigi, con ritmi di lavoro molto intensi anche per una giovane donna piena di grinta, desiderosa di cogliere al volo le opportunità di carriera. Per mesi mi sono chiesta se ne valesse la pena, rimbalzando tra momenti di sconforto in cui avrei voluto mollare tutto e altri in cui mi convincevo che dovevo tenere duro.
HO INIZIATO COME GUIDA SU DUE RUOTE Dopo che il livello di stress si era ulteriormente elevato in seguito al licenziamento di parecchi colleghi, ho capito che era arrivato il momento per un cambiamento radicale e così ho lasciato il lavoro. Per prima cosa mi sono concessa una lunga vacanza in India; avevo bisogno di prendermi una pausa, fisica e mentale. Tornata a casa, avevo già qualche idea in testa, tutte legate alla mia voglia di pedalare e passare più tempo possibile in bicicletta, magari trasformandola in una vera e propria professione. Mi sono rivolta a una piccola associazione che organizza tour turistici per la città su due ruote. Mi sono presentata e proposta come collaboratrice: il destino ha voluto che fossi la persona giusta nel momento giusto. Qui ho conosciuto Sara, architetto, che disegnava allestimenti fieristici e che aveva rifiutato un contratto di 4 anni a Dubai, a preparare il prossimo Expo mondiale, per restare a Milano a pedalare. Insieme a lei ho fondato l’associazione Wonder Ride, per continuare nel nostro lavoro di guide in bicicletta. Ben presto ci siamo accorte che, sorprendentemente, oltre ai turisti stranieri, erano gli stessi milanesi a contattarci per andare alla scoperta degli angoli segreti della loro città. In modo ecologico e “sportivo”, con le macchine fotografiche a tra-
colla. Una vera soddisfazione per noi, che vogliamo dare la possibilità a un numero sempre maggiore di persone di pedalare e provare quel senso di libertà che solo la bicicletta sa dare. Strada su strada, ci siamo spinte fino a organizzare tour a Pavia e al Lago Maggiore. Finalmente la mia vita era cambiata e proprio come volevo io, ma mi aspettava un altra piccola rivoluzione. Grazie all’incontro con Loredana.
ORA IL MIO MONDO È A MISURA DI BICI Sara ed io l’abbiamo conosciuta ad una serata organizzata, attraverso i social, da un gruppo di persone che vivono nella nostra zona, e che propone iniziative ed eventi per favorire appunto l’incontro e la socializzazione nel quartiere. È una commercialista che ha lavorato per anni in un prestigioso studio del centro, mettendosi anche in proprio fino a comprendere che quella vita non la rendeva felice. Da questa amicizia e dal comune amore per la bicicletta è nato Hug, una sorta di bike pub sempre aperto, punto di incontro e spazio anche per il coworking, che ruota intorno alla bicicletta: vicino al bancone del bar c’è una piccola officina per le riparazioni! Ma non vogliamo fermarci qui: sppena avremo il tempo, le forze e i soldi sistemeremo alcuni locali, nello stesso edificio, realizzando un piccolo ostello per chi va in vacanza in bici. Nelle nostre intenzioni, vorremmo offrire un servizio adatto anche ai cicloturisti di 40-50 anni che cercano un’accoglienza con tutti i comfort: un letto comodo, una connessione wifi, un meccanico, pezzi di ricambio, una guida e mappe per visitare la città.
NON HO PIÙ TIC NERVOSI
Grazie ai miei nuovi progetti, uso la bicicletta tutti i giorni per andare e tornare dal lavoro e, nel fine settimana, quando faccio da guida turistica. Un’opportunità per rinnovare, ogni volta, il piacere di scoprire scorci e panorami della mia città che mi rivelano sempre nuovi particolari. E poi, pedalando, anche il mio fisico ne ha beneficiato, perché questa attività stimola il metabolismo, tiene sotto controllo la pressione e quel tic nervoso all’occhio che mi prendeva sempre nei momenti di maggior tensione non è più tornato. Prima viaggiavo come una disperata e, a ripensarci, forse erano fughe da ciò che non mi piaceva della mia vita. Adesso è quasi un anno che non mi muovo da Milano.