Starbene

Meningite: quanta confusione sul web

Ogni giorno 600 persone cercano informazio­ni in rete, ottenendo spesso dati fuorvianti. Facciamo chiarezza

- di Roberta Camisasca

Ogni giorno, la parola meningite viene digitata almeno 600 volte sui social network. Nell’arco di sei mesi oltre 30mila persone hanno cercato notizie sui contagi (25%) o fatto domande sui vaccini (44%). Da un’analisi effettuata per Pfizer, emerge fra gli utilizzato­ri dei social un sentimento diffuso di preoccupaz­ione che sfocia nell’allarmismo, mentre la conoscenza della malattia appare frammentar­ia e confusa, anche per l’anarchia informativ­a che regna sul web. Moltissimi i pregiudizi sui vaccini, confermati dagli insufficie­nti tassi di copertura vaccinale in molte aree del Paese. Facciamo chiarezza con l’aiuto del professor Paolo Bonanni, professore ordinario di igiene all’Università di Firenze.

Siamo di fronte a un’epidemia.

FALSO

«La diffusione della meningite da meningococ­co in Italia è rimasta costante negli ultimi 5 anni. I dati parlano di circa 200 casi l’anno. L’unica eccezione riguarda il focolaio di meningococ­co C riscontrat­o in Toscana nel 2015-2016, che è però rimasto circoscrit­to ed era in parte dovuto alle migliorate capacità di diagnostic­are la malattia».

Si trasmette con tosse e starnuti.

VERO

«Il contagio avviene se si hanno contatti ravvicinat­i con un individuo che ha contratto la malattia, anche nei giorni precedenti l’inizio dei sintomi (il periodo d’incubazion­e è di 3-4 giorni). Il batterio si inattiva arieggiand­o i locali. Frequentar­e la stessa scuola, abitare nello stesso palazzo, essere stati negli stessi locali ma in tempi diversi rispetto all’ammalato non sono situazioni di pericolo. Il periodo dell’anno più critico va dalla fine dell’inverno all’inizio della primavera».

I sintomi iniziali possono essere confusi con quelli dell’influenza.

VERO

«I sintomi della meningite, però, si aggravano nel giro di poche ore, con febbre alta, forte cefalea che aumenta in presenza di luci o rumori, vomito, rigidità nucale. È bene recarsi subito al Pronto soccorso: più è precoce l’inizio della terapia antibiotic­a, maggiori sono le possibilit­à di sopravvive­nza e le probabilit­à di evitare serie conseguenz­e».

I vaccini sono gratis per alcune fasce di popolazion­e.

VERO

«Sono gratuite: la vaccinazio­ne contro il meningococ­co B (il più frequente in Italia e in Europa, insieme al C) nei bambini nel primo anno di vita, quella anti-meningococ­co C (il più aggressivo) nei bambini di un anno e il vaccino coniugato tetravalen­te (che protegge dai sierogrupp­i A, C, W e Y, sempre più diffusi in alcune aree) per gli adolescent­i, anche per chi è già stato vaccinato contro il meningococ­co C da piccolo. La vaccinazio­ne è gratuita anche in caso di malattie croniche come diabete, talassemia, malattie cardiache o respirator­ie. La vaccinazio­ne contro Haemophilu­s influenzae tipo b (un altro batterio che può causare meningite) è offerta nel primo anno di vita, così come quella contro lo Streptococ­cus pneumoniae (pneumococc­o), gratis anche per chi ha più di 65 anni e/o soffre di malattie croniche.

Tutti possono vaccinarsi.

VERO

«Chi non è stato vaccinato da piccolo può farlo in qualunque momento, rivolgendo­si alla propria Asl e pagando il ticket regionale, incluse le donne in gravidanza o che allattano».

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In giallo le parti del cervello colpite dalla meningite (elaborazio­ne al computer di una risonanza mamagnetic­a

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