Donne da Venere, uomini da Marte
Seduzione a parte, la manipolazione buona può essere applicata anche nella comunicazione donna-uomo. Secondo alcuni ricercatori – e anche in base all’esperienza comune – le donne sono più portate alla manipolazione, mentre gli uomini tendono a essere autoritari e diretti nelle richieste. Predisposizione innata? Probabilmente sì, almeno per Gills Azzopardi, specialista in relazioni e comunicazione: molti uomini avrebbero infatti un cervello di tipo sistemico, mentre le donne uno di tipo empatico. Da questa differenza si svilupperebbero rapporti diversi con il linguaggio e specifiche capacità quando si tratta di influenzare gli altri. Ergo: per ottenere da un uomo ciò che si vuole, manipolandolo benevolmente, è importante parlare la sua “lingua”. Le donne usano molto di più il condizionale ed espressioni limitative (“eventualmente”, “un po’”), pongono più domande, si scusano spesso. Per gli uomini, abituati a esprimersi in modo chiaro e fermo, ciò risulta incomprensibile o segno di indecisione: di conseguenza, non ascoltano fino in fondo. Così, se una donna dice “Potresti dare la cena ai bambini?”, lui capisce “Per una volta potresti renderti utile (perché di solito non lo fai)”. Inoltre usare il verbo potere perché sembra meno aggressivo non è una buona idea: suona come un dubbio sulle sue competenze: l’uomo risponde (o pensa) “Certo che posso! Io posso tutto”. Meglio usare l’imperativo che l’interrogativo: per gli uomini la subordinazione tra chi comanda e chi esegue gli ordini è un dato di fatto. La frase strategica? “So che hai da fare, ma appena hai cinque minuti fai cenare i bambini per favore”.