CURARSI ALL’ESTERO: ECCO LE REGOLE
“Patients rights have no borders” è la campagna promossa dalla rete Active Citizenship Network per orientare i pazienti che hanno bisogno di cure all’estero. Appena 9 italiani su 100, infatti, sanno che come cittadini Ue possono curarsi gratuitamente nei Paesi membri. Il Servizio sanitario nazionale può sostenere i costi o rimborsare le spese di interventi e terapie, a patto che questi non siano praticati in Italia o le liste di attesa siano tali da compromettere la salute del paziente. Per farlo è necessaria l’autorizzazione della propria Asl: uno specialista pubblico deve certificare la necessità dell’intervento e indicare la struttura consigliata. Il documento va presentato allo sportello dedicato alle cure all’estero della Asl, a quel punto una commissione medica valuta il caso e comunica l’esito entro 30 giorni. Se il responso è positivo l’azienda sostiene le spese direttamente o chiede al paziente di anticipare la somma, che verrà rimborsata dietro presentazione delle ricevute. In caso di urgenza ci si può ricoverare nella struttura indicata e consegnare al ritorno la documentazione. Dovrà però apparire evidente che il paziente non poteva aspettare. La guida di Active Citizen è su activecitizenship.net, alla voce “project” (c’è anche in italiano).