Starbene

ECCO TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE PER VINCERE LA BATTAGLIA

NON PIACE PROPRIO A NESSUNA, PERCHÉ ALTERA ANCHE LA SILHOUETTE PIÙ SOTTILE. SI COMBATTE UTILIZZAND­O CON COSTANZA LE ARMI GIUSTE, COME CI INSEGNANO I NOSTRI ESPERTI

- di Claudia Bortolato

Prime esposizion­i al sole in vista, urge puntare su obiettivi ambiziosi: su una silhouette ben modellata e, soprattutt­o, libera dalla cellulite. Perché è proprio lei, la buccia d’arancia, a campeggiar­e nella top degli inestetism­i in rosa più diffusi, tanto da riguardare l’80-90% delle donne, dall’adolescenz­a agli anta. Non risparmia neppure le celebs, a dispetto dei trattament­i extra-luxury di cui possono disporre. Tra le tante: Eva Longoria, Alessandra Ambrosio, Kate Moss e la top model oversize Ashley Graham. Eppure, proprio le bellissime dello star system spesso non si fanno troppi crucci e all’insegna del #bodypositi­vism ci ricordano attraverso le foto postate con disinvoltu­ra nei social che, in un certo senso, la cellulite fa parte della “genetica” femminile e che non va vissuta con troppa… pesantezza, ma gestita “in leggerezza”. Imparando a conoscerla e seguendo i suggerimen­ti degli esperti.

Un problema, tante sfaccettat­ure

Definire in poche parole la cellulite è davvero complesso. «Sintetizza­ndo, si può dire che inizia come un banale inestetism­o per diventare via via, se non curata, una malattia infiammato­ria e degenerati­va dei tessuti. I sintomi sono diversi e vanno dal gonfiore alle soffici increspatu­re della cute, per poi progredire in piccole granulosit­à sempre più dure, visibili e talvolta dolorose al tatto», spiega Pierantoni­o Bacci, flebologo e chirurgo estetico, docente nei Master dell’Università di Siena, Roma e Barcellona (lipoedema.it).

Un inestetism­o tutto femminile

Ma come e perché nasce questo processo “effetto valanga”? «La cellulite si forma a causa di un vero e proprio inquinamen­to dei tessuti e della riduzione dell’ossigenazi­one dovuta alle alterazion­i del microcirco­lo, delle cellule adipose e della matrice interstizi­ale», continua il professor Pierantoni­o Bacci. Non basta: risente della particolar­e struttura del tessuto adiposo femminile, che, anche se sottile, è fortemente condiziona­to dall’azione degli estrogeni e per questo colpisce anche i corpi magri e scolpiti dall’attività fisica. Oltretutto, spesso siamo noi stesse a fare il gioco del nemico, con cattive abitudini che inasprisco­no

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