Così cancelli la psoriasi
Inaugurata qualche anno fa, la nuova era dei farmaci biologici sta compiendo passi da gigante. E lancia nuove molecole per la forma che va da grave a moderata
La psoriasi ha i giorni contati. Perché sono sempre di più le armi farmacologiche a nostra disposizione, in grado di combattere le forme più severe, di grado da moderato-grave. Merito dei nuovi farmaci biologici che, negli ultimi anni, hanno rivoluzionato il panorama terapeutico. Ma quali sono i più nuovi ed efficaci?
AGISCONO CONTRO I SINTOMI CRONICI Il primo di questi nuovi medicinali si chiama Secukinumab. È un anticorpo monoclonale disponibile in Italia dalla fine del 2016, prescritto per la psoriasi cronica a placche (ampie zone di cute rossa sormontata da squame argentate) che ricopra almeno il 10% della superficie epidermica», spiega Marina Talamonti, dermatologa presso l’U.O.C. di Dermatologia del Policlinico universitario Tor Vergata di Roma. «Può essere prescritto anche nel caso in cui la superficie interessata sia inferiore al 10% se la psoriasi si manifesta in zone sensibili, ad alto impatto sulla qualità della vita, come il volto, la zona anogenitale, i palmi delle mani o la pianta dei piedi, con difficoltà a camminare. È indicato anche per il trattamento dell’artrite psoriasica, che colpisce le articolazioni delle dita di mani e piedi con gonfiore, dolore e rigidità articolare». La dose raccomandata, che può essere auto somministrata grazie a delle siringhe preriempite o iniettori a penna, è di 300 mg di secukinumab alla settimana per 4 settimane, seguiti da un mantenimento mensile.
COMBATTONO L’INFIAMMAZIONE
In maniera simile agisce un altro farmaco biologico disponibile dal 2017: ixekizumab. «Si tratta di un altro anticorpo monoclonale che, come il primo, è diretto contro un preciso bersaglio molecolare: l’interleuchina 17, una delle principali responsabili del processo infiammatorio alla base della psoriasi», prosegue la dottoressa Talamonti. «Le indicazioni sono identiche, tranne il fatto che ixekizumab non è ancora registrato per l’artrite psoriasica. Come il primo si somministra con iniezioni sottocute, tramite siringhe preriempite o “penne”: 160 mg la prima settimana, 80 mg dalla seconda alla 12a e poi una dose mensile di mantenimento di 80 mg». Risultato? Gli studi dimostrano che entrambi i farmaci riducono del 50% l’indice Pasi (la classificazione del grado di malattia usata dai dermatologi) fin dalla terza settimana di trattamento. Il 70% dei pazienti ottiene la completa o quasi totale guarigione entro il quarto mese. Raggiungendo la sospirata clearance cutanea: almeno il 90% di pelle libera dalle placche psoriasiche.