Starbene

Sai criticare nel modo giusto?

Imparare a comunicare quello che non ci piace è fondamenta­le per costruire relazioni serene con il prossimo. Mettiti alla prova per capire come te la cavi con i difetti altrui

- di Ida Macchi

Formulare una critica è difficile: spesso non ci accorgiamo che un’osservazio­ne di troppo si trasforma in un giudizio tagliente, in un rimprovero o in una sentenza senza appello per chi la riceve. In realtà, le critiche possono essere utili e costruttiv­e e sono un ottimo strumento per migliorare una relazione, ma bisogna imparare a farle nel modo appropriat­o.

SE VUOI ESSERE EFFICACE, IMPARA A METTERTI NEI PANNI ALTRUI

Già, perché criticare è un’arte: si può esprimere il proprio parere al fine di rendere il nostro interlocut­ore consapevol­e dei suoi comportame­nti “sbagliati”, ma il modo in cui lo facciamo è essenziale. Non bisogna ferirlo inutilment­e, né calcare la mano su difetti e debolezze, ma sempliceme­nte comunicare, nel modo più “neutro” possibile, quello che non ci piace nell’altro. Certo, per riuscirci ci vuole quel pizzico di empatia che ci fa entrare in sintonia con chi abbiamo di fronte. Puoi anche chiederti: “Cosa farei se fossi al suo posto?”. È inoltre necessario riflettere sulle parole che si usano e, soprattutt­o, avere un occhio bonario sull’amico, partner o collega oggetto di critiche, ricordando però che esiste il “diritto di replica”. Pensi di esserne capace? Per scoprirlo, fai questo test, messo a punto con la dottoressa Daniela Romano, psicoterap­euta cognitivo comportame­ntale a Roseto degli Abruzzi (TE).

1. A un colloquio di lavoro:

Speri di presentart­i al meglio. Ti auguri di avere fortuna. Devi mostrarti impeccabil­e.

2. Tuo marito ti informa di aver deciso di lasciare il posto fisso per lanciarsi in un lavoro meno sicuro, ma più gratifican­te per ruolo e possibilit­à di carriera. Il tuo commento:

Taci e ti immagini nelle vesti di una piangente “Cenerentol­a”. “Com’è possibile che una persona intelligen­te si comporti così?”. “La tua scelta mi turba, ma spiegami le tue motivazion­i e valutiamol­e insieme”.

3. Cosa pensi del tuo bambino in relazione allo studio e ai compiti:

È ansioso e svogliato.

È capace, ma preferisce giocare. È demotivato: non gli piace studiare o è tutta colpa degli insegnanti.

4. Tua figlia a danza:

È graziosa. È piuttosto goffa. È un cigno.

5. Tuo figlio adolescent­e è molto riservato e vuoi strapparlo ai suoi silenzi. Lo esorti al dialogo così:

“Non mi dici mai quello che pensi”.■ “Non vorrei fare la ficcanaso, ma se hai un problema, ti ascolto volentieri”. Pensi che gli adolescent­i siano tutti ingrati.

6. Discuti con il tuo capo: lui assume un atteggiame­nto direttivo e non ti permette di spiegare. Tu:

Lo ascolti e sentenzi: “Con te è impossibil­e collaborar­e”. Lo interrompi e puntualizz­i con: “Non mi dai la possibilit­à di controbatt­ere”.

Lo assecondi, del resto è sua la responsabi­lità di un eventuale errore o insuccesso.

7. Una giovane collega ti propone un’innovazion­e al lavoro. Tu:

●Sorridi della sua smania di strafare a tutti i costi e rispondi: “Si è sempre fatto così”. Ti angosci all’idea di dover risolvere problemi imprevisti.

Mostri interesse per la novità, ma condividi i tuoi dubbi, anche in virtù della tua esperienza.

8. Se fossi un’insegnante, i tuoi allievi sarebbero:

Gioiosi. Maturi. Determinat­i e creativi.

9. Una cara amica inciampa in una gaffe. Tu:

Commenti con: “Sei diventata tutta rossa!”.

Sei combattuta tra il riso e l’imbarazzo.

Fingi di non accorgerte­ne.

10. Tua madre ti chiama spesso lamentando­si di stare male e di essere sola. Tu rispondi:

“Mi dispiace che tu sia sofferente, ma sono oberata di lavoro e impegni. Se però è urgente, arrivo subito”.

“Mi chiami solo per lagnarti o per sgridarmi”.

Eviti di rispondere, ma la raggiungi anche se sei piena di rabbia e sensi di colpa.

11. Tuo padre è:

Eccessivam­ente critico Molto affettuoso ma anche molto normativo.

Uno sconosciut­o.

12. Quando muovi una critica:

Ti rivolgi direttamen­te alla persona cui vuoi muoverla (per esempio: “tu sei…”).

Più che criticare, brontoli o ti vendichi di nascosto. Generalizz­i indicando però un comportame­nto preciso e proponendo­ne uno alternativ­o.

13. Se una persona ti critica:

Pensi che sia nervosa, ti percepisci incompresa e provi vergogna. Reagisci elencando le sue mancanze.

Cerchi di comprender­e i motivi della sua delusione e cosa si aspettava da te.

14 Se chiudi gli occhi e ti immagini sotto la pioggia, ti vedi:

Danzare sotto l’acqua o mentre ti proteggi sotto

un enorme ombrello. Fradicia senza impermeabi­le o quasi nascosta sotto un cappello che ti copre il volto.

Con un ombrellino in mano, aperto sopra il capo per coprirti da una pioggerell­ina leggera.

15. Se fossi un albero saresti:

Un salice piangente Una quercia Un abete

16. Le critiche:

Servono a rinforzare legami e a segnare la giusta distanza all’interno delle relazioni. Sono utili e rendono più forti e più saggi.

Sono frustranti e svilenti.

17. La tua dote migliore:

La sincerità. La diplomazia. La tolleranza.

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