Collage d’emozioni
Scegliere i materiali, ritagliarli e comporli secondo il tuo estro è come creare l’opera del tuo stato d’animo
Realizzare un collage può aiutarti a conoscerti meglio, guadagnare consapevolezza delle tue emozioni e trovare un canale per esprimerle. Parola di Silvia Adiutori, psicologa psicoterapeuta e arteterapeuta (nuoveartiterapie.net). «Con il collage metti in scena la tua fiaba interiore accedendo al tuo immaginario, ma lasciando intatte le difese», spiega l’esperta. «Infatti, è come se il foglio bianco che fa da supporto fosse uno schermo su cui proiettare fantasmi, paure, ricordi inconsci. Il bello è che l’uso di materiale concreto da modificare manualmente e la relativa facilità delle operazioni di scelta, taglio, composizione e incollaggio, rendono questa tecnica praticabile anche da chi non possiede particolari doti artistiche. Però, a fronte di un’esecuzione semplice il collage ha un contenuto ricco e suggestivo. Già, perché sta a te scegliere le immagini “giuste” tra tante altre e combinarle insieme in modo inedito e personale, fino ad arrivare a una nuova unità carica di senso e specchio della tua personalità». Vediamo le varie fasi necessarie alla costruzione dell’opera e gli aspetti psicologici di ciascuna.
LA SELEZIONE DELLE IMMAGINI «Sfrutta riviste, cataloghi, stampe scaricate da internet, stoffe», consiglia la dottoressa Adiutori. «Se stai vivendo stati di malinconia, rimpianto o sei alle prese con una perdita che fatichi a elaborare, prendi in considerazione materiali personali come foto, vecchi biglietti, pagine di diario. Ok anche a riproduzioni di quadri celebri, che
possono provocare importanti suggestioni ed emozioni. Per scegliere, chiediti: quali immagini descrivono meglio lo stato d’animo che vorrei rappresentare? Prova a farti catturare dalle figure senza riflettere molto, ma mettendo alla prova la creatività».
LA DE-STRUTTRAZIONE
«Dopo aver trovato le immagini “appropriate”, prelevale dal loro contesto strappandole o ritagliandole. Questo potrebbe causarti un leggero disagio o euforia (dipende dalla tua personalità). Si tratta in ogni caso di sentimenti legati alla porzione di aggressività necessaria per distruggere qualcosa di stabilito come una pagina di pubblicità o un tessuto», continua la dottoressa.
LA RI-CONFIGURAZIONE
«Una volta raccolto tutto il materiale passa alla fase di assemblaggio, nella quale – a livello emotivo – avviene una “riparazione creativa”», prosegue la psicologa. «Infatti, attingi al tuo immaginario e lo utilizzi per dare senso e coesione ai frammenti che hai ottenuto disgregando qualcosa di esistente. Scegli un supporto e inizia a sistemare i vari elementi prendendoti tempo per provare più accostamenti; incollali solo quando sei soddisfatta e senti di aver trovato la giusta combinazione. Da ultimo, dai un nome al tuo lavoro: riporterai a livello di coscienza quello che hai fatto d’istinto».
ALLA FINE, FORSE, LA STANCHEZZA «Nonostante la facilità operativa, alla fine del lavoro potresti provare una sensazione di spossatezza e stanchezza», avverte l’arteterapeuta. «Non stupirti, la “colpa” è della difficoltà di autodeterminarti in tutte le fasi: nello scegliere fra tanto materiale e nel ricomporlo in una nuova unità che sia aderente a chi sei e a che cosa vuoi raccontare».