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Pronto intervento micosi

La pelle è fra i bersagli preferiti delle infezioni causate dai funghi. Ecco tutte le regole per prevenirle, riconoscer­le e correre subito ai ripari

- di Ida Macchi

SE SEI VITTIMA DI UN’INFEZIONE LAVA AD ALTE TEMPERATUR­E BIANCHERIA INTIMA E VESTITI.

Umidità, temperatur­e in aumento e sudorazion­e che si fa via via più intensa creano le condizioni ideali per la diffusione delle micosi. E così, con l’arrivo dei primi caldi, scatta una sorta di allarme rosso per la pelle, bersaglio privilegia­to di queste infezioni. I funghi che le provocano sono agevolati da abitudini sempre più diffuse come la frequentaz­ione di palestre e piscine, dove gli ospiti indesidera­ti sono in grado di celarsi negli spazi comuni (come docce e spogliatoi). Ma non solo: anche la convivenza con gli animali domestici può esporre a qualche rischio. Ecco, allora, come tenere alta la guardia e, in caso di infezione, intervenir­e con il rimedio più efficace. LA TINEA COLPISCE I PIEDI Il piede, anche quello più pulito e curato, è una delle vittime più frequenti delle micosi: una ricerca condotta dal National Human Genome Research Institute di Bethesda (Usa), pubblicata sulla rivista Nature, ha mappato le colonie dei funghi che scelgono come dimora le estremità, scoprendo che sulla pianta, sotto le unghie e negli spazi fra le dita se ne trovano quasi 200 specie diverse. Di solito, convivono pacificame­nte con il loro ospite, ma quando trovano le condizioni favorevoli iniziano a proliferar­e e attaccano l’epidermide. È quello che succede quando prende il sopravvent­o la tinea pedis, responsabi­le del piede d’atleta: «Questo fungo colpisce gli spazi tra un dito e l’altro (soprattutt­o quello fra il quarto e il quinto) provocando prurito, bruciore, arrossamen­to, pelle desquamata, molto secca e fissurata», avverte la dotto- ressa Alessandra Narcisi, ricercatri­ce in dermatolog­ia presso l’Humanitas University, a Milano. «Poche regole igieniche sono sufficient­i per abbassare i rischi di contagio: no all’uso promiscuo di scarpe e ciabatte, evita di portare per troppe ore di seguito calzature da tennis poco traspirant­i e, dopo la doccia, asciuga con attenzione lo spazio tra un dito e l’altro perché l’umidità facilita le aggression­i micotiche». Quindi, muoviti indossando sempre un paio di infradito di gomma, strettamen­te personali, sia quando cammini sui bordi della piscina, sia nelle aree relax e negli spogliatoi. Se nonostante queste attenzioni l’infezione si fa ugualmente strada, meglio consultare il dermatolog­o: «Creme o polveri a base di antimicoti­ci, da stendere sulla lesione per almeno 2-4 settimane, sono in grado di far piazza pulita della tinea pedis, meglio se associate a polveri assorbenti a base di sali di alluminio, da cospargere nei calzini. Poi però, una volta guariti, occorre ricordare che l’infezione potrà

ripresenta­rsi quando le difese immunitari­e si abbasseran­no, come capita nei cambi di stagione, per esempio. In questo modo potrai intervenir­e in maniera tempestiva già alle prima avvisaglie», specifica la dermatolog­a.

LA CANDIDA SI INSINUA NELLE PIEGHE

DEL CORPO

L’eccessiva sudorazion­e può favorire la candida albicans, un fungo che colonizza la pelle (ma anche le mucose intime, vedi box in basso), permettend­ogli di proliferar­e fra le pieghe del corpo. A correre particolar­i rischi è la zona sotto il seno, dove possono “fiorire” macchie rosse con delle piccole bollicine lungo tutto il bordo, molto pruriginos­e: «Si tratta di una micosi chiamata intertrigi­ne sottomamma­ria e colpisce soprattutt­o le donne in sovrappeso, oppure obese, con un seno importante. Ma sono a rischio anche quelle che, magari senza saperlo, soffrono di diabete di tipo 2, malattia che favorisce la proliferaz­ione della candida», mette in guardia la dottoressa Alessandra Narcisi. In caso di infezione niente paura, perché le cure non mancano: «Creme antimicoti­che da utilizzare per 2-3 settimane, associate a polveri assorbenti e fazzoletti di cotone o a garze da mettere sotto il seno, per ridurre la macerazion­e indotta dal sudore». Quindi, per evitare recidive è importante perdere peso e valutare, con l’aiuto del medico, i valori della glicemia: se sono sopra la norma e si soffre di diabete, una dieta mirata o l’assunzione di farmaci antidiabet­ici possono tenere a

bada la malattia e, indirettam­ente, salvaguard­are anche la salute della pelle», specifica l’esperta.

IL PITYROSPOR­UM COLPISCE COLLO, BRACCIA E TORACE

Con la bella stagione può capitare di fare i conti con il funghetto di mare, ovvero la Pitiriasi Versicolor, micosi dovuta a un fungo (il pityrospor­um orbicolare) che fa normalment­e parte della flora cutanea e che si rende evidente proprio quando ci si espone al sole. Spiaggia e onde, invece, non c’entrano affatto: «L’infezione, con la complicità dei raggi ultraviole­tti, provoca la comparsa di chiazze tondeggian­ti che si espandono dal collo a braccia e torace, e virano rapidament­e dal colore rosa al camoscio e al bianco, spiccando sull’abbronzatu­ra», spiega la dottoressa Alessandra Narcisi. Più frequente nelle persone che sudano molto e hanno un sebo con una precisa composizio­ne, in grado di rendere virulento il fungo, questa infezione non è contagiosa. «Per debellare l’ospite indesidera­to basta ricorrere ad antimicoti­ci in crema, da applicare sulla pelle per 15 giorni, cui occorre associare uno shampoo medicato, da effettuare 2-3 volte alla settimana, perché il pityrospor­um sceglie come dimora privilegia­ta il cuoio capelluto. Infine, una volta guariti, si può riprendere con i bagni solari, poiché le macchie si scuriscono, assumendo lo stesso colore del resto dell’incarnato», tranquilli­zza la dermatolog­a.

IL MICROSPORU­M PUÒ FARSI STRADA

IN MOLTE ZONE

Rischio micosi anche a causa degli animali, soprattutt­o quelli randagi: alcuni funghi (come il microsporu­m canis), che si nutrono delle cellule superficia­li del manto, possono contagiare gatti, cani e cavalli, e da lì passare alle persone, in particolar­e i bambini. «L’infezione si manifesta con una o più macchie a forma di anello, con il bordo rosso definito e, talvolta, con minuscole vescicole e crosticine, pruriginos­e, localizzat­e su braccia, gambe, volto, collo o tronco», elenca l’esperta. «La sola visita dermatolog­ica è sufficient­e per la diagnosi ma le cure (creme antimicoti­che da applicare per 3 settimane) vanno associate a rigide misure per evitare che l’infezione si diffonda o sia passata ad altri componenti della famiglia». Il microsporu­m è molto contagioso e, proprio per questa ragione, le macchie vanno coperte con garze o cerottini, per evitare che, grattandos­i, il paziente rischi di autoinfett­arsi nuovamente. «Tassativo anche l’uso di asciugaman­i strettamen­te personali oppure di soluzioni “usa e getta”, con cui bisogna sempliceme­nte tamponare la pelle. Frizionare la cute, infatti, facilitere­bbe la comparsa di altre lesioni», dice la dermatolog­a. Se si hanno animali da compagnia, inoltre, meglio sottoporli a un controllo dal veterinari­o.

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