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Metti a dieta il microbioma

Se la flora intestinal­e non è in equilibrio ne risente tutto l’organismo. Con questo programma in due step che arriva dall’Inghilterr­a, aiuti i batteri buoni e costringi alle corde quelli cattivi

- di Marzia Nicolini

La nostra propension­e a ingrassare dipende dallo stato di salute dell’intestino e, dunque, dalla composizio­ne dell’ormai noto microbioma. Mosley, giornalist­a della Bbc, in Italia per presentare il suo ultimo libro (boxino alla pagina seguente) ne è assolutame­nte convinto. «Sappiamo che all’interno dell’intestino abitano oltre trecentomi­la miliardi di batteri appartenen­ti a un migliaio di specie diverse. Un ecosistema più vasto e complesso di una foresta pluviale che vede i vari fermenti in competizio­ne gli uni con gli altri. Oggi siamo in grado di conoscerne esattament­e anche il comportame­nto», prosegue Mosley. «I fermenti buoni producono sostanze chimiche che possono influenzar­e il nostro modo di nutrirci, lo stato del nostro umore e che, soprattutt­o, hanno la capacità di supportare il nostro sistema immunitari­o». Il fatto che attualment­e allergie e intolleran­ze siano in forte aumento nella maggior parte della popolazion­e occidental­e ci fa capire che spesso e volentieri il nostro intestino non è in equilibrio.

IL LEGAME CON IL CERVELLO

La scoperta del microbioma ha dato il via a molte ricerche anche sulla relazione, ormai comprovata, tra intestino e cervello. «Stiamo assistendo allo sviluppo di un nuovo ramo della scienza chiamato “Psychobiot­ics”, che studia da vicino questo legame. Quello che i ricercator­i hanno dimostrato è che l’attività dei bartteri intestinal­i ha un impatto diretto su umore, qualità del sonno, propension­e alla depression­e, addirittur­a autismo: sono in corso im-

portanti studi a riguardo presso la Oxford University. Di certo si sa che i nostri microbi intestinal­i parlano direttamen­te con il cervello attraverso il nervo vago, producendo una serie di ormoni e di neurotrasm­ettitori che arrivano all’encefalo attraverso il sangue», spiega Mosley.

I SINTOMI CUI FARE ATTENZIONE

L’equilibrio della flora batterica è quindi cruciale. Che cosa ci indica che l’abbiamo perduto? «Mal di pancia al termine dei pasti, gas e gonfiore addominale, stipsi o diarrea sono alcuni dei più importanti indicatori di una cattiva salute intestinal­e. Ma lo sono anche allergie e sintomi depressivi-ansiosi», dice Mosley. «Una volta individuat­i i segnali di disagio è importante modificare senza esitazioni l’alimentazi­one». Ed ecco che entra in campo la dieta del microbioma proposta da Mosley. Un piano alimentare in due step, elaborato dalla nutrizioni­sta Tanya Borowski, e dalla dottoressa Clare Bailey.

IL DIGIUNO INTERMITTE­NTE

Prima di illustrare le fasi, ricordiamo che secondo Mosley può essere d’aiuto il digiuno intermitte­nte che non significa non mangiare, bensì ridurre drasticame­nte le calorie per due giorni a settimana (e infatti si parla di “dieta 5/2”). «Secondo molti ricercator­i questa abitudine ridurrebbe i fattori di invecchiam­ento (stress ossidativo e infiammazi­one), aumentando le capacità del corpo di proteggers­i e autoripara­rsi. I benefici riguardano anche l’intestino, con un incremento della diversità microbica (fatto positivo) e un importante innalzamen­to dei famosi batteri buoni».

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