Starbene

Editoriale

- SABRINA BARBIERI Vicedirett­ore di Starbene

Ogni anno, scriviamo a pagina 68, 32.000 coppie affrontano una nascita prima della 37esima settimana di gravidanza. È capitato anche a me. E l’articolo di Ida Macchi mi ha ricordato quei momenti. Mio figlio è venuto alla luce con oltre un mese d’anticipo e in modo rocamboles­co: stava per nascere nel bagno dell’ospedale. È stato un parto costellato di disattenzi­oni: le ostetriche non avevano capito quanto fosse imminente e, nonostante le mie richieste, mi hanno ignorata per tutto il travaglio. Ovvero, dalle 12.30 (ora in cui ero stata ricoverata per delle perdite) alle 5.35 del giorno dopo, pochi minuti prima che il mio bambino aprisse gli occhi. Ricordo ancora la sensazione che lui potesse scivolare a terra, mentre, uscita dal bagno dove mi si erano rotte le acque, tenendomi la pancia, cercavo di raggiunger­e un posto per partorire che non fosse il corridoio. Con l’ostetrica, finalmente presente, che mi urlava “non spinga, non spinga”. Francesco è nato sul primo letto libero che ho trovato. Per fortuna è andato tutto bene. Ogni parto è un’avventura. Ma come sarebbe più semplice se noi donne in ospedale incontrass­imo addetti ai lavori con il tempo e la voglia di ascoltarci. Di quelle ore che hanno portato alla nascita di mio figlio ricordo nettamente questa scena: io piegata in due per il dolore che, in corridoio, imploro una delle ostetriche di chiamare un medico e lei che mi rassicura dicendomi che non è ancora il travaglio. Al che io le rispondo: “Le assicuro che lo è, perché con un dolore più forte morirei”. Non ho urlato neppure una volta in tutte le ore che sono rimasta lì alle prese con contrazion­i sempre più ravvicinat­e e forse è per questo che come partorient­e ero poco credibile. Non so. Il fatto è che queste “disattenzi­oni” sembrano molto frequenti. Secondo uno studio italiano pubblicato circa un mese fa, realizzato su 424 mamme, il 33% di loro non ha ricevuto adeguata assistenza durante il parto. Un terzo. Decisament­e troppe.

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Scrivimi su:twitter:@sab_barbieriem­ail: sabrina. barbieri@ mondadori.it

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