Voglio essere Meghan
La duchessa di Sussex ha portato a corte uno stile sofisticato ma semplice. Che puoi imitare
Èentrata nella famiglia più famosa del mondo e subito si è fatta ammirare. «Il suo stile mostra una sicurezza che ha “allenato” da attrice e che è indice di una forte personalità», commenta la critica di moda Lucia Serlenga. La sua esigenza, infatti, è ritagliarsi un ruolo che non sia la fotocopia sbiadita della cognata o addirittura della compianta suocera, Lady Diana. Ecco come ci è riuscita e che cosa possiamo copiarle.
LINEE DECISE E PICCOLI STRATAGEMMI
Lo stile Meghan sembra definirsi sempre più chiaramente ogni giorno che passa: gonne longuette, linee geometriche, clutch gioiello e pumps svettanti. «La scollatura a barca è perfetta per chi vuole allargare e valorizzare spalle minute. Non sceglierla, però, se hai un seno importante», dice la consulente d’immagine Rossella Migliaccio. «Tutto da copiare l’uso strategico della pochette: tenerla in mano è sempre molto femminile e non sbilancia portamento e figura come succede con le tracolle. Un’unica raccomandazione, anche la clutch deve essere proporzionata al proprio personale: mignon per le più piccole, più voluminosa per le alte, che altrimenti sembrerebbero stringere in mano un coriandolo», suggerisce l’esperta. «Da prendere a esempio, se hai gambe molto magre (o troppo tornite) ma caviglie sottili, le gonne al polpaccio. Aggiungi un paio di décolleté con tacco ed evidenzi il tuo punto forte mascherando l’imperfezione della gamba. Lo stesso gioco lo ottieni con i pantaloni cropped, che si fermano sopra la caviglia», consiglia Lucia Serlenga. Anche sulle scelte cromatiche la ragazza ha le idee chiare «Per smorzare i suoi capi haute couture, ha fatto sue tinte non vistose: nero e bianco (spesso insieme), rosa cipria, panna o al massimo verde foresta. La sua però è una palette un po’ troppo seria, da etichetta reale: tu puoi permetterti colori più vitaminici». E per concludere, i cappellini. «A lei stanno d’incanto. Il suo segreto? Indossarli con nonchalance, come se fosse a testa nuda», conclude Lucia Serlenga.