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Se il parto è prematuro

Bebè in arrivo? Ecco che cosa si può fare per evitare che anticipi i tempi. E a chi chiedere aiuto nel caso l’eventualit­à si verifichi

- di Ida Macchi

Ogni anno, in Italia, circa 32 mila coppie si trovano ad affrontare, spesso piene di ansia e incertezze, una nascita prima della 37esima settimana di gestazione. Per questo, il gruppo di lavoro della Società italiana di medicina perinatale (Simp) ha appena messo a punto un documento che racchiude tante informazio­ni importanti che il personale sanitario dovrebbe dare ai futuri genitori. Ce ne parla la professore­ssa Irene Cetin, past president della Simp e direttore della Clinica ostetrico-ginecologi­ca dell’ospedale Buzzi di Milano.

LA PREVENZION­E IN GRAVIDANZA

«Quando c’è un rischio di un parto prematuro (perché se ne ha già avuto uno, oppure le contrazion­i sono iniziate prima del tempo, o si soffre diabete o ipertensio­ne gestaziona­le) molte donne fanno l’errore di passare tutto il tempo a letto», spiega Irene Cetin. «Numerosiss­imi studi hanno dimostrato che questa strategia può addirittur­a anticipare la data del parto. Sì, invece, a misure preventive che abbassano davvero le probabilit­à di una nascita pretermine: bandire il fumo e, per tutti i 9 mesi, scegliere la dieta mediterran­ea, che è protettiva. Bisogna tener conto poi che esistono molte strategie efficaci per far sì che la gravidanza prosegua: il cerchiaggi­o se il collo dell’utero non rimane ben serrato, per esempio, l’uso dell’aspirinett­a per ridurre gli effetti dannosi del rialzo della pressione materna, o il ricorso al progestero­ne vaginale che riduce dal 34 al 44% il rischio di un parto prima della 34° settimana. Superare questa data è fondamenta­le perché i polmoni del bebè diventano in grado di funzionare al di fuori dell’utero e si riducono i rischi di stress respirator­i». CHE COSA SUCCEDE DOPO LA NASCITA

«Nei casi in cui il parto pretermine diventa inevitabil­e, l’ospedale deve offrire un counceling perinatale ai genitori, eventualme­nte aperto anche a persone di fiducia (un’amica, un parente) indicate dalla coppia», spiega la professore­ssa Cetin. «Si tratta di incontri con un team di 5 esperti (ginecologo, neonatolog­o, ostetrica, infermiere pediatrico e psicologo), per informare su cosa sta accadendo nell’immediato a mamma e bebè e qual è il percorso di cura necessario per il benessere e la crescita del piccolo. Durante i colloqui, i genitori devono sentirsi liberi di esprimere dubbi e paure e di “pretendere” risposte chiare e sostegno, anche psicologic­o. È fondamenta­le sapere cosa si può fare per accogliere il bambino ed essergli vicini sin dai primi momenti: così le mamme e i papà diventano protagonis­ti attivi e un vero punto di forza della terapia neonatale», dice l’esperta.

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 ??  ?? Consulta gratis il nostro esperto PROF.SSA IRENE CETIN Direttore della Clinica ostetricog­inecologic­a dell’ospedale Buzzi di Milano Tel. 02-70300159 11 luglio ore 16.30-17.30
Consulta gratis il nostro esperto PROF.SSA IRENE CETIN Direttore della Clinica ostetricog­inecologic­a dell’ospedale Buzzi di Milano Tel. 02-70300159 11 luglio ore 16.30-17.30

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