L’ATLETICA È SEMPRE PIÙ DONNA
Tutte e quattro con la maglia azzurra e la pelle scura. La foto, diventata virale, del quartetto italiano che ha vinto la staffetta 4x400 ai recenti Giochi del Mediterraneo, ha avuto anche il merito di dare visibilità all’atletica femminile. Una disciplina che piace sempre di più alle donne. Lo confermano i numeri: le tesserate alla Federazione italiana di atletica leggera (Fidal) sono in costante aumento da diversi anni. Erano 63.789 nel 2015, sono salite a 69.416 l’anno successivo e arrivate a ben 73.512 nel 2017, con una percentuale di crescita, in proporzione, molto più marcata di quella dei colleghi maschi. «Le donne che si sono avvicinate all’atletica oggi raggiungono il 45% dei praticanti», conferma Giorgio Rondelli, ex tecnico della Nazionale Fidal e attuale direttore tecnico della Cus Pro Patria di Milano. «Continuando con questo trend è probabile che nel giro di un paio d’anni raggiungano gli uomini, anzi forse sono destinate a superarli. Alla base di questo interesse ci sono principalmente due motivi: l’effetto “salute e benessere” legato alla costanza dell’allenamento e la socializzazione, soprattutto per quanto riguarda la corsa».
LE SPECIALITÀ PIÙ AMATE
Correre è un gesto naturale, semplice e immediato, che non richiede spese ingenti. Iniziare è facilissimo; poi, pian piano, “si impara” , si apprende la tecnica corretta, si aumenta la distanza e si incominciano a percepire chiaramente i tanti benefìci (anche sulla linea). «Assistiamo a un vero e proprio boom, soprattutto nelle categorie amatoriali della distanza sui 10 mila metri», interviene il tecnico. «Laspetto motivazionale è fortissimo: dati alla mano, si possono
seguire passo passo i propri miglioramenti. Mi capita spesso di osservare giovani atlete che all’inizio faticano sui 1000 metri e, nel giro di 7-8 mesi, arrivano tranquillamente a coprire 8-10 km. Teniamo presente poi che, rispetto alla palestra, molti corsi di avviamento e di perfezionamento alla corsa sono gratuiti; inoltre varie aziende del settore offrono la possibilità di allernarsi in gruppi organizzati e seguiti da tecnici qualificati». Velocità e mezzofondo, cioè l’attività in pista vera e propria, sono meno frequentate. «Siamo in un ambito prettamente agonistico e i numeri sono più piccoli rispetto alla moltitudine di persone che corre per mantenersi in forma», spiega Rondelli. Eppure, anche in questa nicchia, le quote rosa vanno forte, grazie a un vivaio molto attivo. «Negli ultimi 10 anni c’è stato un aumento delle nuove società a livello giovanile, cioè le categorie “Esordienti” e “Ragazze” (la fascia 6-13 anni)», continua l’esperto. Le giovanissime Fidal in pista, nel 2017, erano ben 29.725, più di un terzo del totale. L’arrembaggio rosa è meno marcato, invece, nel salto in alto, in lungo o triplo. «Si tratta di specialità molto tecniche che necessitano di una pista e di strutture particolari, a differenza del running che è un’attività naturale, oltre che praticabile ovunque», conclude il tecnico.
Entusiaste e motivate: sono le amanti di questa disciplina. Perché regala salute e benessere... e grandi risultati in pista
di Alberto Zampetti