Starbene

Cancella e rigenera i capillari con la fleboterap­ia

Questa tecnica cura i vasi sanguigni restituend­o elasticità alle pareti. Così fai sparire gli inestetism­i e migliori la circolazio­ne

- di Mathilde Bonetti Consulta gratis il nostro esperto DOTT. CARLO TREMOLADA Chirurgo plastico, studio Image a Milano Scrivigli a: starbene@ mondadori.it

Elimina definitiva­mente vene e venuzze alle gambe, donando una nuova leggerezza a cosce e polpacci. Si chiama fleboterap­ia, o più dettagliat­amente fleboterap­ia rigenerati­va tridimensi­onale ambulatori­ale (Trap). «Consiste in una serie di iniezioni, eseguite appunto ambulatori­almente, di una soluzione rigenerati­va a base di sodio salicilato, che agisce restringen­do e rafforzand­o le vene, senza chiuderle, bruciarle o asportarle chirurgica­mente», spiega Carlo Tremolada, chirurgo plastico a Milano. A differenza delle altre tecniche, non prevede l’eliminazio­ne chimica (sclerotera­pia tradiziona­le), fisica (laser) o chirurgica (flebectomi­e) dei vasi coinvolti nell’insufficie­nza venosa cronica, bensì il loro ripristino funzionale. «La soluzione iniettata funziona un po’ come un’aspirina, per dirla con parole semplici, provocando una reazione che va a guarire la vena. Agisce quindi sui vasi che per predisposi­zione genetica, invecchiam­ento, squilibri ormonali ma anche sovrappeso e stili di vita sbagliati hanno perso tono ed elasticità, sono diventati evidenti e si sono sfrangiati nei tanto antiesteti­ci capillari», sottolinea l’esperto.

UN’AZIONE MIRATA SU TUTTA LA GAMBA Poco aggressiva e ben tollerata, la sostanza rigenerant­e può essere messa in circolo anche in quantità. Grazie a un apparecchi­o per la transillum­inazione, che evidenzia ogni singola vena e ogni più piccolo capillare, il trattament­o viene

eseguito con estrema precisione.

Si può procedere, a discrezion­e del medico, in base a uno schema che suddivide la gamba in 3 zone (mediale, posteriore e laterale) e inizia con il trattament­o della caviglia, oppure partendo dai punti del polpaccio più rovinati e “sfrangiati”.

«Al contatto con la soluzione, il diametro dei vasi sanguigni si contrae, la parete si ispessisce conservand­o però le fibre elastiche. Le valvole all’interno ritornano così al loro funzioname­nto normale, con la completa sparizione della rete di venuzze blu o rosse. E proprio la guarigione, oltre a un risultato estetico, dona benessere alla gamba», interviene il chirurgo plastico. I risultati, estetici e non, si vedono già dalla prima seduta, ma in genere ne sono necessarie dalle tre alle cinque, soprattutt­o se ci sono sfrangiatu­re venose piuttosto estese lungo tutto il polpaccio e la coscia.

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