SE SEI UNA DISILLUSA
«Pur avendo in comune con gli “affettatamente ottimisti” il senso di inadeguatezza, le persone disincantate vedono sempre il bicchiere mezzo vuoto», dice la counselor. «Solo che in questo caso, invece che nasconderlo e fingere di non sentirlo, vivono in modo amplificato il loro disagio, fino a renderlo quasi una maschera. Questo ha lo scopo (inconsapevole) di renderli speciali, in quanto “incompresi”, “unici nella sofferenza”, “maltrattati da tutti” e quindi forti della propria disillusione».
SUPERALO COSÌ
↘Fai piazza pulita della negatività Se ti immedesimi con il profilo dell’eterno disfattista, del “tanto tutto è inutile” significa che hai bisogno di ritrovare la consapevolezza delle tua abilità. «Devi prenderti le responsabilità che ti spettano, al posto di darti colpe o sentirti vittima», consiglia Leon. «Quello che ti serve è recuperare energia assertiva, positiva. Comincia da piccoli gesti, come per esempio mettere in ordine la casa e concederti tempo per iniziare a liberarti dalle vecchie cose che non usi più, che sono diventate ingombranti e pesanti, anche se ti sembravano così indispensabili». Alleggerisci: in questo modo riuscirai a far spazio a nuovi pensieri e stati d’animo, più positivi.
↘Restituisciti il sorriso «Prendi l’abitudine di ridere, anche di te: trasforma il tuo eterno dramma in melodramma», suggerisce l’esperta. «Sembra un paradosso, ma il disincantato spesso ha grandissime capacità ironiche, pure nei confronti di se stesso. Fai solo attenzione a non confondere l’autoironia con l’autodenigrazione: la prima include la dimensione del gioco, la seconda è solo un modo per svalutarti». Un’altra soluzione per ottenere lo stesso effetto liberatorio: potresti iscriverti a un corso di yoga della risata. In questa pratica, si combinano tecniche respiratorie dello yoga con esercizi che stimolano la risata, che piano piano da indotta diventa spontanea. Ci sono centri e club che la praticano in tutt’Italia (cerca su internet).