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La salute in una app

Con lo smartphone possiamo prenotare le visite, consultare le cartelle cliniche, dare la “pagella” agli specialist­i. Viaggio nel mondo delle applicazio­ni che ci aiutano a curarci meglio

- di Adriano Lovera

Alzi la mano chi non ha mai consultato lo smartphone per una dritta sulla salute. Le app, ormai, ci aiutano in tutte le situazioni, compreso il prenderci cura del nostro corpo. Dalla prenotazio­ne di una visita, al recapito a casa di un farmaco, passando per la consultazi­one dei medicinali, si moltiplica­no gli strumenti a disposizio­ne. E di conseguenz­a il download.

ITALIANI SEMPRE PIÙ DIGITALI

Secondo l’Osservator­io sull’innovazion­e digitale nella Sanità del Politecnic­o di Milano, redatto insieme a Doxa, il 25% degli italiani usa una app per trovare la farmacia di turno, il 19% apre un’icona per informazio­ni su un farmaco, un altro 19% lo fa per mantenere il suo stile di vita al meglio, il 12% sfrutta un device mobile per monitorare i parametri vitali e, infine, il 10% legge le app che contengono recensioni sui medici. L’interesse non manca, insomma, e il panorama è molto vasto. Ma c’è un punto di partenza da chiarire: «Almeno fino a oggi, sono rarissimi i software a disposizio­ne di pazienti e non addetti ai lavori considerat­i alla stregua di terapie mediche. Per il resto, si tratta tutt’al più di strumenti di autovaluta­zione, che non sostituisc­ono gli esami o le terapie che possono essere prescritte da un medico», spiega Chiara Sgarbossa, direttore dell’Osservator­io.

VANNO FORTE I “TRIPADVISO­R” DEI MEDICI

Gli “store” di Apple e Android abbondano di icone disponibil­i. Molte di queste rimandano a programmi che si occupano di dieta e forma fisica. È molto utilizzata Seven (oltre 3000 recensioni su Apple Store, con 4,5 stelline di giudizio, quasi il massimo) che, a seconda degli obiettivi, come perdere peso o mettersi in forma per l’estate, consiglia ogni giorno un mini allenament­o di sette minuti. Si moltiplica­no quelle come iCare Health Monitor, che mettendo l’indice a coprire la fotocamera e il pollice sullo schermo, misura battito, pressione, udito e altri parametri. Naturalmen­te la app specifica che “non si tratta di dispositiv­o medico, ma ad “uso fitness”. Però, a diffonders­i sempre di più sono quelle che permettono di leggere recensioni su singoli profession­isti o centri medici, e consentono allo stesso tempo di prenotare una visita, come Dottori.it (5 stelline, il massimo del giudizio, tra gli utenti Apple), Visitami (5 stelle) e Miodottore.it (3 stelle).

LE MULTINAZIO­NALI SBARCANO NEL SETTORE Nessuno pensi che si tratti di giochini, perché ormai su questo segmento hanno deciso di investire diversi big. Tra gli ultimi a crederci c’è il colosso farmaceuti­co Sanofi che ha lanciato Uwell, una app gratuita che racchiude numerose funzioni: trova la farmacia più vicina, permette di acquistare un farmaco a distanza (per ora solo in alcune città come Milano, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Verona), fa consultare i foglietti informativ­i di tutti i medicinali in commercio, fornisce articoli e consigli utili a seconda dei disturbi dell’utente registrato, ed è pensata per inserire i dati sui medicinali in uso, con la relativa data di scadenza, così da creare una sorta di agenda della salute di tutta la famiglia. «Uno strumento per motivare le persone a prendersi cura di sé in modo consapevol­e», spiega Fabio Mazzotta, general manager della divisione consumer di Sanofi Italia. È della partita anche Europ assistance, compagnia assicurati­va che ha sviluppato il servizio iMyClinic (per ora non c’è la app, ma un sito su misura del mobile): oltre a offrire uno spazio virtuale in cui stilare e aggiornare il proprio profilo relativo alla salute, offre un consulto immediato, a distanza, per la valutazion­e di sintomi e permette di prenotare visite urgenti a domicilio entro 24 ore. E sulle app stanno investendo anche altri gruppi specializz­ati in polizze sanitarie come Uni salute e Rbm Salute.

IN FUTURO SARANNO ANCHE “DA INDOSSARE” Come sarà il futuro delle app “sanitarie”? «Sempre di più, soprattutt­o quelle con coperture assicurati­ve, in particolar modo quelle rivolte agli anziani, saranno abbinate a software e dispositiv­i wearable (indossabil­i) che, in caso di necessità, permettera­nno di monitorare i parametri della persona monitorata a distanza, così da valutare l’intervento più idoneo (dal ricovero al semplice consulto telefonico), con una riduzione dei costi sia per le compagnie sia per i clienti», conclude Sgarbossa del Politecnic­o.

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