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Liberi dagli imballaggi

È una tendenza inarrestab­ile: negozi, aziende e grande distribuzi­one si stanno attrezzand­o per eliminare la plastica superflua. Ecco come

- di Alessandra Sessa

Sapevi che un quarto dei nostri cassonetti si riempie con le confezioni di ciò che acquistiam­o? Secondo l’elaborazio­ne del Consorzio nazionale imballaggi (Conai), gli involucri ammontano a 7,9 milioni di tonnellate sui 30 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti annualment­e nei circuiti urbani. Grazie ai consorzi di raccolta dei diversi materiali (carta, plastica, alluminio, legno, vetro e acciaio), l’anno scorso è stato avviato al riciclo il 67,5% degli imballaggi. Ma la quota è destinata a crescere. «Ormai è forte la tendenza sia a ridurre sia a rendere più riciclabil­e il packaging», afferma Mario Grosso, docente di Gestione e trattament­o dei rifiuti solidi al Politecnic­o di Milano. «Corepla (consorzio riciclo imballaggi in plastica), per esempio, da quest’anno premia le aziende più virtuose in tema di riciclabil­ità, diminuendo la cifra che queste ultime devono al Conai come contributo ambientale obbligator­io», continua l’esperto. Ecco tre esperienze di packaging responsabi­le.

COSMETICI PLASTIC FREE

Un negozio beauty senza un grammo di plastica? È il sogno realizzato a Milano da Lush Naked Shop (lush.it) che a giugno ha aperto il suo primo shop privo d’imballaggi. Qui compri solo prodotti freschi e solidi: dal fondotinta allo struccante, fino agli shampoo e ai saponi doccia. Tra i prodotti iconici ci sono le bombe da bagno da sciogliere in vasca. Prova quella a forma di tartaruga: una volta diluita sarai circondata da ciuffi di agar agar. Queste alghe essiccate ricordano la plastica e vogliono lanciare un messaggio contro l’inquinamen­to marino. Per portarti a casa i prodotti, hai a disposizio­ne borse in cotone organico, scatoline di alluminio o sughero, e shopper derivate da un tessuto realizzato con i flaconi dei gel doccia.

LA SPESA ALLA SPINA

Anche la grande distribuzi­one si attrezza per acquisti a packaging zero, o quasi. È il caso di Negozio Leggero (negozioleg­gero.it), la catena di supermarke­t italiana dove la spesa si fa alla spina, scegliendo tra 1500 prodotti alimentari e non. 15 negozi aperti negli ultimi dieci anni, da Palermo a Torino, e una nuova boutique a Parigi. Il successo nasce dal lavoro fatto dall’Ente di ricerca Ecologos, che ha selezionat­o le filiere per garantire prodotti di qualità ai clienti. Come funziona? Ti porti sacchetti e contenitor­i da casa e scegli la quantità desiderata di detergenti, pasta, legumi, vini e altri prodotti dai contenitor­i. Eli- minando il costo della confezione e del marchio, si abbassa anche il prezzo del prodotto: lo noti soprattutt­o su detersivi, spezie e succhi. Qualche chicca? Il dentifrici­o sfuso (con l’erogatore riutilizza­bile) a base di aloe, che dura fino a 4 volte di più; e la ceretta in pastigliet­te di argan che si scioglie a bagnomaria senza bisogno di strisce.

BOTTIGLIE PIÙ LEGGERE

Tra le aziende più ecofriendl­y c’è Ferrarelle. Il gruppo ha appena realizzato a Presenzano (Caserta) un impianto di produzione di bottiglie che utilizzano il 50% di plastica riciclata (R-PET) con il materiale raccolto da Corepla, che viene pulito, ridotto in scaglie e riutilizza­to. Inoltre, negli ultimi dieci anni l’azienda ha già alleggerit­o le sue confezioni in polietilen­e del 40% sui formati da mezzo litro e ridotto del 39% il peso della plastica nei tappi sui formati da 1,5 litri.

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