Starbene

Orzo in chicchi

Abbiamo esaminato 12 prodotti (per la metà di origine bio) con tempi di cottura diversi . I 4 vincitori si sono imposti sugli altri per l’aspetto attraente, il profumo e il sapore piacevoli, la consistenz­a uniforme

- di Roberta Piazza

Sono amici dell’intestino e non solo. «I chicchi d’orzo sono ricchi di betaglucan­o, una fibra vegetale che nutre la flora batterica, favorendo la crescita di quella buona, e che ostacola l’assorbimen­to del colesterol­o e degli zuccheri, a vantaggio della linea e della salute», spiega la dottoressa Diana Scatozza. «Ecco perché, nell’esprimere il mio giudizio, ho premiato i prodotti più ricchi in fibre». Ma i nostri esperti hanno considerat­o anche altri fattori...

COLORE E DIMENSIONI

«Per prima cosa ho letto l’etichetta e ho dato una nota di merito ai prodotti provenient­i da coltivazio­ne biologica, in quanto danno la garanzia che i chicchi siano privi di residui di pesticidi», afferma il tecnologo alimentare Giorgio Donegani. «Ho poi effettuato un’analisi visiva del prodotto a crudo valutando il colore, che non deve essere troppo grigio quanto piuttosto tendente al bruno e uniforme. Riguardo alle dimensioni, la cosa più importante è che non ci siano variazioni tra un grano e l’altro. E che non siano presenti grani rotti o comunque imperfetti»

L’ESAME NEL PIATTO

«I tempi di cottura indicati si sono rivelati giusti per tutti gli orzi presi in esame», prosegue il dottor Donegani. «Una volta scolati, ho controllat­o di nuovo l’aspetto dei chicchi assegnando un voto alto a quelli omogenei sia per grandezza (dopo averli messi in pentola le differenze e i difetti sono più evidenti) sia per colore. All’olfatto, ho bocciato gli orzi che avevano un odore troppo intenso di fibra (quasi di cartone bagnato) e premiato quelli che, pur avendo un profumo caratteris­tico, non davano fastidio al naso. Alla prova del palato ho invece verificato che il sapore fosse quello tipico del cereale e non ricordasse in modo esagerato la crusca. Infine, ho fatto “la prova del nove”: quella della consistenz­a, che deve essere uniforme, con il centro del chicco un po’ più al dente».

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