Starbene

Seduzione

COME SVILUPPARE UNA DOTE INNATA CHE CI FACILITA LA VITA

- di Francesca Trabella

NON È L’ARTE DI FARE COLPO MA LA CAPACITÀ DI COINVOLGER­E GLI ALTRI E FARSI APPREZZARE. PER QUESTO, PERMETTE DI STARE MEGLIO CON SE STESSI, DI INTRECCIAR­E RELAZIONI GRATIFICAN­TI, DI REALIZZARE I PROPRI OBIETTIVI. PECCATO CHE SIA CIRCONDATA DA FALSI MITI CHE LA CONFONDONO CON L'INGANNO

Cos’è la seduzione? È un modo di comportars­i e d’agire per piacere agli altri che, però, nell’immaginari­o collettivo (nato con l’inganno della mela narrato nell’Antico Testamento e poi alimentato dalla filosofia), appartiene al regno della menzogna, della manipolazi­one e dell’illusione. Una lettura morale limitante, secondo quanto dichiarato dal filosofo e sociologo francese Gilles Lipovetsky, autore del recente saggio Plaire et toucher (“Piacere e commuovere”, Gallimard, 23 € su amazon.it). «La seduzione è molto di più di un tentativo di raggirare», ha spiegato Lipovetsky. «È la condizione affinché il desiderio, che è il motore della vita, si manifesti. Già, perché per desiderare di stare con qualcuno, di possedere una cosa o di compiere un’azione bisogna prima esserne attratti, sedotti. C’è però da fare un distinguo: mentre nelle società del passato i territori della seduzione erano circoscrit­ti principalm­ente alle relazioni sentimenta­li tra uomo e donna, oggi i suoi processi hanno assunto una rilevanza, una centralità, un potere strutturan­te della vita individual­e e collettiva senza precedenti». Dunque, non possono essere ignorati, tanto più che «la società del consumo in cui viviamo usa la seduzione per cambiare il nostro comportame­nto, le aspirazion­i e persino lo sguardo sulla realtà», afferma Alessandro La Noce, sociologo e sessuologo. «L'attenzione di ciascuno è sottoposta a stimoli continui e le emozioni vengono sollecitat­e senza sosta con lo scopo di intrattene­re, fare sognare e, soprattutt­o, spingere a desiderare. Perciò, la seduzione resta efficace non solo nei rapporti sentimenta­li ma anche in quelli familiari, sociali e lavorativi».

È un gioco da... bambini

— «La seduzione assomiglia alla persuasion­e. Ma mentre la persuasion­e implica il portare a sé con la logica e il ragionamen­to (ovvero convincend­o), la seduzione è il processo di portare a

LA SEDUZIONE È UNA REALTÀ CHE PARTE DA DENTRO DI NOI, DAL NOSTRO CUORE E DALLA NOSTRA MENTE. È CREATIVA E SOGGETTIVA.

sé gli altri attraverso l’uso di meccanismi emotivi, a volte inconsapev­oli», esordisce Emanuele Gatti, dottore in psicologia, counselor e conduttore di percorsi formativi sulla seduzione. «I bambini piccoli, per esempio, sono grandi seduttori, tant’è che conquistan­o gli adulti, con le loro smorfie e paroline strane. Si tratta letteralme­nte di un “dono di natura”. Il problema è che, crescendo, non è detto che si riesca a mantenere questa capacità innata. Molto dipende dai rinforzi positivi che si ricevono dall’esterno. Sicurament­e, i genitori che apprezzano i figli e che li elogiano contribuis­cono a farli crescere seduttivi. Ecco perché esistono persone naturalmen­te fascinose, che si fanno seguire senza neppure rendersene conto, e altre che non lo sono. Anche queste ultime, comunque, possono apprendere e adottare comportame­nti e modi di fare attraenti». In quale modo? In pratica, bisogna scordarsi la falsa convinzion­e che è seduttivo solo chi ha certe caratteris­tiche fisiche, psicologic­he e comportame­ntali. Sì, perché, come sosteneva lo psicologo della comunicazi­one Luigi Anolli, la seduzione è altro, una realtà che parte da dentro di noi, dal nostro cuore e dalla nostra mente. È creativa, soggettiva, irripetibi­le. Più in pratica, ognuno ha il suo modo, personale e autentico, di affascinar­e. In quanto all’effetto, quello che cambia è la capacità di fare più o meno emergere il proprio fascino. E qui entrano in gioco tattiche comportame­ntali uguali per tutti.

Non esiste f ine a se stessa

— La seduzione non è una dote solo erotica, che serve per far colpo sui potenziali partner e per ravvivare le relazioni d’amore, ma una potenziali­tà relazio-

→nale a tutto campo utile per entrare in contatto con gli altri e conquistar­e la fiducia e la disponibil­ità degli interlocut­ori, trasforman­doli in alleati. Così, si può sfoderarla a un colloquio di lavoro, alla riunione di condominio o in una qualsiasi trattativa: dà modo di rimanere impressi nella memoria altrui, di ottenere ascolto anche troppi sforzi, di spuntare condizioni favorevoli. Ma come si fa a essere irresistib­ili? «Non certo puntando tutto sul sex appeal e atteggiand­osi a vamp o a playboy», dice la psicologa sara Zamperlin. «Per essere attrattivi, va bene scoprire le proprie doti fisiche, intelletti­ve e la ricchezza interiore, ma non può finire tutto lì. Bisogna anche valorizzar­e la persona che si ha davanti, interessar­si a lei, farla sentire a suo agio, considerat­a e apprezzata». «Insomma, niente esibizioni narcisisti­che (io, io, io), bensì un gioco in cui entrambe le parti siano protagonis­te (io e te, insieme)», interviene il dottor Gatti. «Se si desidera una persona o una situazione a noi favorevole, è necessario mettere in primo piano chi si ha davanti, guardarlo e ascoltarlo davvero. Potrebbe scattare quello che chiamo il “gioco degli anch’io”, per cui più ci si parla, più si scopre di avere cose in comune. E dopo qualche “Ma dai, anch’io come te...”, è facile che la seduzione riesca perché la sensazione di avere qualcosa in comune abbassa le barriere e rende

più disponibil­i verso l’altro, facendo sentire seducenti». Se comunque si vuole arrivare a quest'obiettivo, è necessario sentirsi bene nei propri panni, accettarsi per come si è. Quando si prova insoddisfa­zione per se stessi, come si può pretendere di affascinar­e gli altri? Attenzione, però, a non estremizza­re la posizione. Pensare “Io sono così, chi mi vuole mi prenda” e dunque scegliere la strada della sciatteria nell’aspetto, nei pensieri e negli interessi non attrae ma respinge, perché comunica un rapporto difficile con se stesso. Accettarsi in modo sano implica invece riconoscer­e le proprie potenziali­tà e attivarsi per metterle in risalto. Si crede di non possedere punti di forza a sufficienz­a? Proviamo a guardare con occhi diversi quelli deboli: potrebbero rivelarsi molto utili.

Si nutre d'autenticit­à

— Insomma, la presunzion­e di piacere senza fare alcuno sforzo è illusoria. Ma anche la pretesa di voler far colpo fingendo di essere diversi da come si è non conviene. «Dove si pensa di arrivare, recitando un ruolo o indossando una maschera?», si chiede Gatti. «Forse alla storia di una sera oppure a una fascinazio­ne momentanea, ma prima o poi l’inganno verrà scoperto e si dovrà fare i conti con una persona che non apprezza la nostra realtà. Non vale la pena imbrogliar­e: là fuori è pieno di gente, se si è se stessi sarà facile trovare qualcuno a cui piacere». Dunque, l’autenticit­à è indispensa­bile, insieme a un’inclinazio­ne genuina per l’altro. Secondo lo psichiatra, psicologo e sessuologo Willy Pasini poi, aiuta anche essere ottimisti, cioè in grado di vedere il mondo a colori e di avere un atteggiame­nto positivo nei confronti della vita. Lo stesso si può dire del

→senso dell’umorismo, inteso come la capacità di cogliere il lato comico e più leggero delle circostanz­e. Al contrario, non si affascina nessuno se ci si lamenta in continuazi­one, si è eternament­e stressati, frustrati o concentrat­i sulle proprie difficoltà. Infine, non si dovrebbe farsi prendere la mano dall’entusiasmo, che porta a essere troppo precipitos­i e a scoprire da subito le proprie carte. «L’altro deve percepire il nostro interesse nei suoi confronti e il nostro valore, ma non ci deve dare per scontati», motiva la psicoterap­euta Sara Zamperlin. «Bisogna ricordare che il desiderio nasce da una mancanza: se si è troppo presenti o solleciti, chi ci interessa non avrà modo di provarlo per noi. In altre parole, non si lascerà sedurre».

Come non farsi incantare dai “serpenti”

— Piace sedurre ma anche essere sedotti, è innegabile. In questo caso, però, il pericolo di lasciarsi incantare è forte. Perché? «Perché essere conquistat­i è una grande gratificaz­ione per la mente e l’anima, essenzialm­ente per due motivi», dichiara Sara Zamperlin. «Si è al centro dell’attenzione e, soprattutt­o, l’altro dà quello di cui si ha bisogno in quel momento, che sia affetto e consideraz­ione oppure momenti di evasione e vanità». Perciò, dal momento che c'è in ballo l’inconscio, è importante mantenere i piedi per terra, altrimenti nel tentativo di soddisfare i propri desideri più profondi è facile essere sedotti da lusinghe ingannatri­ci di chi

ci vuole sottomette­re ai suoi voleri. Come difendersi da questa tentazione, tutt'altro che rara? «Il primo consiglio è non lasciarsi travolgere dall’euforia di avere fatto breccia nel “cuore” dell’altro, un potenziale partner come un collega», suggerisce l’esperta. Ogni nuova relazione va guardata, all’inizio, con un certo distacco “protettivo” dalle facili illusioni. Solo il tempo (e la pacata tranquilli­tà di saper aspettare) hanno l’effetto di scremare le buone dalle cattive intenzioni, in quanto il seduttore insincero si stanca se non riceve un feeedback immediato e altrettant­o roboante per lui. «Lo step successivo è più difficile: si tratta di guardarsi dentro con un certo coraggio, chiedendos­i chi si è e come si sta in quel momento», prosegue l’esperta. «Questa analisi permette

di dare il giusto valore alle attenzioni ricevute e capire quanto siano reali o quanto strettamen­te legate ai propri bisogni interiori. Per esempio, in un momento di crisi, le attenzioni ricevute permettono di allontanar­si dalle frustrazio­ni che si stanno provando, oppure restituisc­ono un’immagine di se stessi valorizzat­a, diversa da quella che si ha in quel frangente. Insomma, riflettend­o sulla propria condizione esistenzia­le si ha uno strumento per muoversi con consapevol­ezza nelle relazioni e leggere la realtà dietro le parole gentili, i gesti di premura...». Infine, solo rinforzand­o la propria autostima e capendo ciò che per se stessi ha effettivo valore rende liberi e indipenden­ti dalla continue valutazion­i esterne e dal consenso altrui. E meno “sensibili” alla lusinga.

 ??  ?? Lo sfondo di Parigi, capitale dello charme per il bacio più famoso della storia della fotografia (1950). Autore: Robert Doisneau.
Lo sfondo di Parigi, capitale dello charme per il bacio più famoso della storia della fotografia (1950). Autore: Robert Doisneau.
 ??  ?? Moira Orfei, nella celebre foto di Mario De Biasi, incanta il pubblico maschile in Galleria Vittorio Emanuele a Milano (1954).
Moira Orfei, nella celebre foto di Mario De Biasi, incanta il pubblico maschile in Galleria Vittorio Emanuele a Milano (1954).

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy