I DIRITTI DI CHI È IN LISTA D’ATTESA PER ESAMI E VISITE
Il ministro della Salute Giulia Grillo ha dichiarato che in autunno presenterà un ddl per ridurre i tempi di attesa di visite ed esami nella sanità pubblica. Secondo l’ultimo rapporto Pit Salute di Cittadinanzattiva, il 54,1% dei cittadini lamenta attese troppo lunghe, ma già oggi è possibile far valere i propri diritti, come spiega la miniguida che l’associazione ha pubblicato sul suo sito web (cittadinanzattiva.it/faq/salute/2327liste-di-attesa.html). In pochi sanno, per esempio, che le Asl non possono bloccare le liste - pena una multa fino a 6mila euro - e che se al momento della prenotazione il cittadino si sente rispondere che non è possibile fissare l’appuntamento può segnalare il caso alla Direzione generale dell’Azienda sanitaria e all’assessorato alla Sanità della Regione. Esistono inoltre tempi massimi di attesa per ogni singola prestazione. L’elenco dei tetti è pubblicato sui siti degli assessorati regionali alla sanità, ma anche gli Uffici relazione con il pubblico delle Asl sono tenuti a fornirlo. Se la propria Asl non riesce a garantire gli standard, il cittadino può chiedere di eseguire la visita o l’esame in regime di “intramoenia”, al solo costo del ticket, inviando una richiesta
(un modello tipo è su cittadinanzattiva.it/files/notizie/salute/ prestazioni_diagnostiche_ COMPRESE_PNGLA.pdf).