Le soluzioni
Siccome, come dicevano gli antichi Sumeri: “La paura evitata diventa panico, mentre la paura guardata in faccia, diventa coraggio”, per gestire la paura del giudizio altrui occorrono due azioni.
Abbina un’idea di dolore alle vecchie reazioni, cioè renditi conto che il tipo di strategia che hai usato finora per gestire questa paura non ti ha
aiutato. Anzi, il malessere deriva soprattutto da quella reazione. Devi quindi creare una neuroassociazione negativa con i vecchi automatismi (leva dolore) e una positiva con la nuova strategia (leva piacere). Come? Per crearsi una leva dolore occorre proiettare nel futuro il comportamento e chiedersi: “Se continuo così che cosa succederà alla mia salute, al mio rendimento al lavoro, alla
mia identità (aspetto fondamentale come leva del cambiamento) e alle persone cui tengo?”. Più elementi negativi associ al tipo di reazione solita, più la neuro-associazione, cioè l’abitudine, si indebolirà a favore della nuova. Per creare la nuova strategia ti suggerisco la “tecnica dei piccoli passi con ricompensa”. Chiediti: “Quale piccola azione posso fare nella direzione che desidero?”. E abbinaci subito una ricompensa per aver affrontato con successo quella paura, cioè premiati con qualcosa che ti piace e ti fa bene, ti rilassa o ti diverte. Più volte ripeti questi passi,
più si consolida la nuova reazione. Rinforzati con la “tecnica della corazza”. Se credi di essere attaccabile su qualcosa che ti riguarda, o una scelta che vuoi fare, punta a migliorarti per diventare ingiudicabile. Questo significa che se vuoi fare una scelta diversa dal solito, devi spiegare al tuo interlocutore quanto è importante questo cambiamento trovando vantaggi anche per lui. Se temi il giudizio su quello che dici o fai, rinforza ciò che dici o fai, perché non c’è paura dove ci sono coraggio e sicurezza.