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FERMO PESCA: QUALI PRODOTTI PUOI COMPRARE

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Dallo scorso 30 luglio e fino al 9 settembre è vietata la pesca da Trieste ad Ancona, prima fase del cosiddetto fermo pesca. «È una delle tante strategie per permettere alle risorse ittiche di rigenerars­i. Viene attuato in tutto il mondo, pur con modalità differenti: in Italia è stabilito ogni anno con un decreto del Ministero delle Politiche agricole» spiega Valentina Tepedino veterinari­a e direttore di Eurofishma­rket. Quindi niente pesce fresco in Romagna ad agosto? «No, il fermo è organizzat­o per garantire comunque la presenza di pesce fresco nazionale. Il divieto, infatti, non è assoluto: non riguarda in genere i piccoli pescatori e colpisce solo determinat­e modalità di pesca (per esempio quella a strascico): ciò permette di avere comunque una modica quantità di prodotto locale, magari non nei super, ma quasi certamente dal pescivendo­lo o al ristorante, che in genere si affida a pescatori di fiducia», rassicura l’esperta. «Oltre a quello d’allevament­o, si può poi trovare anche pesce fresco made in Italy che arriva da zone dove in quel momento non c’è il fermo, che è stabilito a rotazione». Per il 2018, infatti, è previsto: dal 13 agosto al 23 settembre da San Benedetto del Tronto a Termoli; dal 27 agosto al 7 ottobre da Manfredoni­a a Bari; dal 10 settembre al 9 ottobre da Brindisi a Roma; dall’1 al 30 ottobre da Civitavecc­hia a Imperia. Come riconoscer­e il pesce di giusta provenienz­a? «In etichetta va indicata l’origine, ma spesso l’informazio­ne è generica (Mar Adriatico, per esempio) e non permette di capire se il pesce viene dal tratto già sottoposto a fermo o meno», evidenzia Tepedino. «Meglio premiare quanti in etichetta indicano un’origine più dettagliat­a possibile (Chioggia, Trieste, eccetera)».

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