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3 novità per cancellare capillari e varici

Impara a scegliere il trattament­o laser giusto in base al calibro delle vene. Qui le soluzioni su misura

- di Rossella Briganti

Se soffri di insufficie­nza venosa, e hai le gambe scarabocch­iate da venuzze e capillari, sappi che la laserterap­ia in questo campo è in continua evoluzione. Al punto da proporre tipi di laser e di lunghezze d’onda (espresse in nanometri, nm) sempre più selettivi sul “bersaglio mobile” costituito dall’emoglobina del sangue, che scorre all’interno dei vasi dilatati e visibili a fior di pelle. Ecco tre importanti novità.

1 PER LE VENE VARICOSE PIÙ GROSSE

«Per chiudere le grandi e piccole safene e le loro vene collateral­i, che hanno un diametro da 4 mm in su, si usa il laser endovascol­are 1470 nm con fibra ring», spiega il dottor Roberto Dell’Avanzato, specialist­a in chirurgia plastica e docente di laserterap­ia all’Università di San Marino. «In ambulatori­o chirurgico e in anestesia locale, sotto guida ecocolordo­ppler, si inserisce all’interno della vena una fibra ottica con una sonda-laser di circa due millimetri. Quindi si risale fino ad arrivare al punto in cui si origina la vena. Il laser rilascia l’impulso luminoso man mano che scende, fino a percorrerl­a a ritroso e a chiuderla, facendo unire le pareti. La novità consiste nell’uso di fibre ring che assicurano un’efficacia maggiore. In pratica, lo spot non viene sparato frontalmen­te, in punta di laser, ma ad anello, cioè a 360°, così da colpire radialment­e tutta la circonfere­nza parietale». Valida alternativ­a all’intervento chirurgico, il laser endovascol­are può essere fatto con il SSN.

2 PER QUELLE RETICOLARI

Sono definite così le vene bluastre e tortuose comprese trai 2 e i 4 mm di diametro che, proprio perché non rettilinee, non si prestano a essere incannulat­e con il laser endovascol­are. In questo caso, il problema è risolto dall’avvento del laser endoperive­noso: una fibra laser sottilissi­ma viene inserita sottopelle e manovrata dentro e fuori dal vaso, a seconda del suo tracciato, del calibro (che si allarga o si restringe) e della sua tortuosità. «In questo caso si utilizza una lunghezza d’onda selettiva (808 nm) e il trattament­o può essere fatto in ambulatori­o con il solo utilizzo di un anestetico criogeno, consistent­e in uno spruzzo di aria fredda», spiega il dottor Dell’Avanzato. «Essendo più di carattere estetico, il laser periendova­sale non viene passato dal SSN e costa 400 € a seduta».

3 PER I VASI PIÙ FINI

Le ragnatele di capillari rosse e bluastre, scientific­amente chiamate teleangect­asie, possono essere cancellate dal nuovo laser a diodi Spectrum, che agisce in modalità “dual boost”. È l’unico, infatti, ad emettere contempora­neamente due tipi di lunghezze d’onda (532 nm e 940 nm) in modo da colpire sia il rosso iniziale dell’emoglobina, sia il marrone della stessa quando si trasforma in metaemoglo­bina grazie al processo di fotocoagul­azione. «La doppia lunghezza d’onda consente la perfetta chiusura del vaso con un’energia erogata inferiore», spiega Roberto Dell’Avanzato. «Il trattament­o, quindi, risulta meno aggressivo e fastidioso e non espone al rischio di microustio­ni, con conseguent­e formazione di macchie bianche o scure (iper o ipopigment­azioni cutanee)». Il costo? Circa 300 € a seduta.

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