Starbene

Presbiopia: le nuove lenti

Gli ultimi modelli coniugano comfort e correzione multipla. Per tornare a vedere bene a qualunque distanza

- di Valeria Ghitti

Dopo i 40 anni cresce l’esercito dei presbiti perché il cristallin­o, la lente degli occhi, si irrigidisc­e e diventa sempre più difficile mettere a fuoco da vicino. Fino ad alcuni anni fa si poteva tornare a vedere solo con gli occhiali o con lenti a contatto dalla manutenzio­ne complessa e non adatte a tutti. «Negli ultimi anni sono arrivate anche per i presbiti lenti a contatto (Lac) innovative, morbide e monouso, con caratteris­tiche e geometrie diverse, per andare incontro alle esigenze di tutti», rivela la dottoressa Rossella Fonte, optometris­ta e docente a contratto di contattolo­gia all’Università degli Studi di Milano Bicocca. «Per esempio, poiché molti presbiti fanno i conti con alterazion­i e riduzioni del film lacrimale, sempre più lenti sono arricchite con agenti umettanti, come acido ialuronico o fosfatidil­colina, che ne rendono più confortevo­le l’applicazio­ne».

LE MULTIFOCAL­I

Gran parte delle Lac più recenti sono multifocal­i: «Sulla stessa lente ci sono cioè più zone di correzione: una per la messa a fuoco da vicino, una per lontano e altre per distanze intermedie», spiega la dottoressa. A differenza delle bifocali, la separazion­e tra le zone non è netta, ma graduale. Inoltre, le diverse aree di messa a fuoco possono essere disposte in modo variabile. «Punto di forza è proprio la grande varietà delle tipologie (in casi particolar­i, è possibile usarne una sull’occhio dominante e una diversa sull’altro), e la possibilit­à di uso anche per la visione intermedia (al pc per esempio). Si possono inoltre correggere contestual­mente altri difetti visivi, come miopia e astigmatis­mo, anche importanti, benché solo, per ora, con lenti mensili», spiega l’esperta. «Indossarle richiede un adattament­o oculo-cerebrale: poiché sulla stessa lente ci sono diverse messe a fuoco, si deve sviluppare un automatism­o naturale che permetta di portare l’attenzione ora su una, ora sull’altra. Di solito servono 15 giorni per adattarsi, e gli ultimi modelli, detti diffrattiv­i, non ne hanno bisogno».

LE AFOCALI

Un’alternativ­a sono le lenti a contatto afocali. «Hanno una piccola area centrale altamente refrattiva, che modifica cioè la direzione dei raggi luminosi che giungono in quel punto, facilitand­o la messa a fuoco», spiega l’esperta. Questo permette di vedere da vicino nel centro e da lontano in periferia e la chiara distinzion­e tra le due aree non richiede tempi di adattament­o. «Consentono di compensare anche astigmatis­mi lievi, ma non altri difetti visivi importanti», conclude l’optometris­ta.

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