Quando serve il chirurgo
«La chirurgia rimane ancor oggi una scelta obbligata quando l’endometriosi, non curata per tempo, ha invaso nel profondo gli organi del basso addome, provocando per esempio cisti ovariche voluminose o di natura sospetta, un restringimento dell’intestino, specie nel passaggio tra il sigma e il retto, o degli ureteri, i canali che trasportano le urine dai reni alla vescica», spiega il professor Vercellini. «Se invece la malattia è responsabile di infertilità e si desidera un bebè, ci sono due alternative per cercare di coronare il sogno di diventare mamma: ricorrere alla Fivet, una delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, o alla chirurgia. L’indice di successo è simile e, se l’aspirante mamma è under 35 e di solito si attesta intorno al 40%», spiega Vercellini. «La chirurgia per la sterilità indotta dall’endometriosi dovrebbe essere una carta preziosa che la donna decide di giocarsi una sola volta nel corso della vita: anche se mini-invasivo (effettuato per via laparoscopica e con strumenti moderni come il laser che vaporizza le cisti da endometriosi presenti sull’ovaio) l’intervento provoca ugualmente piccoli danni che riducono il numero di ovociti e, ripetendolo, i danni si sommano, abbassando così la possibilità di una gravidanza, sia naturale sia con l’aiuto della cicogna tecnologica», conclude la professoressa Nappi.