Rimuginare? No grazie
Continuare a pensare a qualcosa di negativo inquina la mente e indebolisce il corpo. Ma smettere si può
“Avolte vorrei staccare un po’ la testa e non pensare più a nulla”. Ecco una delle tante frasi che sentiamo sempre più spesso, o peggio ancora, a cui pensiamo più spesso. Come se avere il vuoto cerebrale fosse un modo efficace e risolutivo per evitare di rimuginare o di agitarsi o di rattristarsi. A dire il vero, se si realizzasse questo desiderio, sarebbe effettivamente risolutivo, perché equivarrebbe a... morire! Invece di annullarci possiamo fare qualcosa di diverso? Ovviamente sì.
PERCHÉ SUCCEDE
Capire come mai siamo continuamente sommersi da pensieri negativi ci aiuta a spezzare un meccanismo mentale molto tenace, che deriva da quando eravamo uomini primitivi e, quindi, possibili prede per le bestie feroci e soggetti a calamità naturali improvvise. A livello evolutivo, vivere in uno stato d’allerta ci ha consentito di sopravvivere e prosperare. Purtroppo però questo stato di attenzione costante fa sì che ci si arrovelli continuamente su preoccupazioni legate al passato o al futuro, con conseguenze negative per il nostro benessere. Un esempio? Continuiamo a pensare a un litigio con qualcuno e questo accresce la tensione nel corpo, come se quella persona fosse ancora lì.
GIRA L’INTERRUTTORE
Quella reazione fisica è la prova che rimuginare attiva il sistema di allarme del nostro corpo, che rispetto a un potenziale pericolo ci predispone all’attacco o alla fuga. Quindi aumentano adrenalina, dopamina e cortisolo, sostanze che, se rimangono a lungo nell’organismo, hanno conseguenze negative sull’umore e sulla capacità di concentrazione, oltre a indebolire il funzionamento del sistema immunitario. Se comprendiamo come funziona questo meccanismo mentale e quanto sia automatico per la nostra mente reagire in questo modo, possiamo correre ai ripari. Qui sotto spiego come utilizzare tre strategie vincenti per non cadere vittime dei pensieri ricorrenti. Vuoi provarci?