Starbene

Stop alla dermatite atopica

Sempre più adolescent­i sono vittima di questa malattia. Ma dal congresso europeo dei dermatolog­i arrivano importanti novità

- di Alessandro Pellizzari

Non chiamatela eczema. In sintesi è questo il messaggio sulla dermatite atopica lanciato dagli esperti riuniti all’ultimo congresso della European Academy of Dermatolog­y and Venereolog­y. La malattia, caratteriz­zata da un prurito spesso insopporta­bile in diverse parti del corpo (viso, collo, petto, incavo dei gomiti e delle ginocchia), purtroppo colpisce sempre di più i bambini e gli adolescent­i nella fascia 12-17 anni (si calcola il 20%).

SCORRE NEL SANGUE

Se il prurito è la parte più evidente del problema, tanto che chi ne soffre spesso si gratta al punto da provocarsi ferite profonde che poi si infettano, la scoperta più nuova è che la dermatite atopica è una patologia sistemica, cioè di tutto l’organismo, e non “corre” solo sulla pelle, ma scorre anche nel sangue. «È una forma di immunodefi­cienza che provoca uno stato infiammato­rio generale, ecco perché non è sempliceme­nte un problema di “cute”, ma può avere complicanz­e respirator­ie, come allergie e asma», spiega il professor Piergiacom­o Calzavara Pinton, direttore della Clinica dermatolog­ica di Brescia e presidente della Società italiana di dermatolog­ia. «Non solo: abbiamo scoperto che l’infiammazi­one sistemica è provocata dalle interleuch­ine 4 e 13. Riuscire a bloccare questi “messaggeri” dell’infiammazi­one significa poter spegnere l’incendio».

I NUOVI FARMACI BIOLOGICI

Avere rivelato i reconditi meccanismi della dermatite atopica ha prodotto una rivoluzion­e nella terapia. «Oggi abbiamo un farmaco biologico che blocca queste interleuch­ine». Gli adulti possono contare già sul dupilumab, rimborsato dal Servizio sanitario nazionale per la dermatite atopica grave (un’iniezione ogni 2 settimane). «Agisce in fretta con risultati duraturi, e gli effetti collateral­i sono pochi (congiuntiv­ite) e transitori», spiega l’esperto. Nel 2019 il farmaco arriverà anche per i giovani. «Nello studio sugli adolescent­i elimina le lesioni e riduce il prurito», dice May Paller, capo della ricerca e direttore del Centro patologie della cute della Northweste­rn University. Il 40% circa dei trattati ha avuto migliorame­nti pari al 75%.

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