Le merendine conquistano gli adulti
Le loro porzioni si sono ristrette, grassi e zuccheri contenuti anche. E così, a consumare gli snack dolci sono quasi 40 over 18 su 100
Se una volta le merendine venivano mangiate quasi esclusivamente dai bambini, adesso non è più così: a consumarle sono soprattutto gli adulti: il 38% se le concede almeno 2 volte alla settimana. In particolare brioche e dolci a base di pasta frolla o pan di Spagna. Mentre solo il 22% dei bambini si concede questo snack dolce. È quanto emerge dai dati della recente ricerca Doxa commissionata da Aidepi, l’Associazione delle industrie del dolce e della pasta.
QUESTIONE DI GENERAZIONI
«Questi prodotti da forno sono entrati in commercio intorno agli anni Settanta ed è comprensibile che siano i quarantenni e i cinquantenni di oggi quelli più propensi a consumarli», commenta Mario Piccialuti, direttore di Aidepi. Perchè lo fanno? «Nell’etimologia della parola “merenda” (dal latino “merere”, “meritare”) è già espresso il suo significato», commenta Sergio Grasso, antropologo alimentare. «È cioè qualcosa che vale come ricompensa per un compito fatto, per una fatica che si è sopportata». Un modo anche per consolarsi quando ci si sente un po’ giù. Il problema è che spesso le merendine non vengono consumate co- me spuntino, ma magari alla fine del pasto. Non a caso la ricerca Doxa-Aidepi mostra che 4 adulti su 10 non mangiano nulla né a metà mattina né a metà pomeriggio.
OGGI SONO PIÙ LIGHT
La buona notizia è che le merendine si sono ristrette. Secondo un’indagine che Aidepi ha richiesto alla Fondazione italiana per l’educazione alimentare (Foodedu) negli ultimi 10 anni l’industria dolciaria italiana, grazie a un impegno condiviso con il Ministero della salute, ne ha ridotto il contenuto di zuccheri (-30%), grassi saturi (-20%) e calorie (-21%). Inoltre quelle italiane hanno di solito porzioni di poco superiori ai 34 g, contengono 5,7 g di grassi (dei quali solo 2,1 g di quelli potenzialente dannosi per la salute), 9 g di zuccheri e circa 136 calorie, in linea con le raccomandazioni della Società italiana per la nutrizione umana (sinu.it). «Rispetto al passato è indubbio che il loro profilo nutrizionale sia migliorato», afferma la dottoressa Evelina Flachi, biologa nutrizionista e presidente di Foodedu. «Tanto da costituire una delle alternative per la merenda degli adulti italiani, il cui caposaldo resta la frutta di stagione, ricca di fibre, vitamine e sali minerali.