SURGELATI E SENSI DI COLPA
Fino a ieri, quando compravo i surgelati (e succede spesso), mi sentivo un po’ in colpa. Ora non più. Grazie all’articolo di pagina 28, che smonta i pregiudizi sulla loro produzione, le proprietà nutrizionali, le caratteristiche. In una parola, sulla loro qualità. Leggere che, per quanto riguarda i vegetali, “il contenuto di nutrienti risulta in media addirittura superiore rispetto a quello dei prodotti freschi conservati per più di 24 ore” e che, “la surgelazione non provoca danni alle proteine, ma anzi le rende più digeribili”, spazza via un certo senso di inadeguatezza. Sì, mi riferisco proprio a quell’idea di essere una moglie e una mamma sbagliata se invece di passare ore in cucina a mondare spinaci o carciofi a chilometro zero, a pulire e impanare filetti di pesce appena pescato, fai la sbrigativa e porti in tavola un bel piatto di verdure e un branzino freschi di freezer. Voi questo senso di colpa lo avevate superato da un pezzo? Il mio si dev’essere ben radicato negli anni. Forse anche perché sono cresciuta in una famiglia dove si è sempre cucinato tanto e bene. Con una nonna matriarca che ogni giorno ci faceva sentire al ristorante (come vorrei poter riassaggiare la sua parmigiana di melanzane o le sue cozze ripiene). E una cugina-sorella (lei sì, degna erede della nonna) che mi manda via whatsapp le foto dei laboriosissimi piatti che prepara. E poi c’è quella maledetta vocazione femminile a volere fare tutto e quel sentirsi in dovere di farlo (e pure bene, naturalmente). Insomma, benvenga lo sdoganamento dei surgelati come cibo salva-tempo, buono e salutare. E persino anti-spreco. I dati dicono che solo il 2,5 % dei prodotti che abbiamo in freezer va sprecato, contro il 63% degli alimenti freschi e il 30% di quelli confezionati a breve scadenza. Ovviamente se parliamo di piatti pronti, si apre un discorso diverso. In questo caso la scelta non si può fare a occhi chiusi, ma leggendo bene la lista degli ingredienti. Più semplice è, meglio è.