Starbene

Guerra ai diesel: il gasolio sta proprio per sparire?

- Risponde il dottor GIUSEPPE BARILE Vice presidente Anfia (Associazio­ne nazionale filiera industria automobili­stica)

Il Parlamento europeo sta lavorando a un regolament­o per ridurre le emissioni di CO2 provenient­i dai trasporti entro il 2030 e, in particolar­e per le auto, è in discussion­e una proposta per abbatterle del 40% entro lo stesso anno. Ma questo riguarda tutti i tipi di motore. Bruxelles non ha fissato alcuna data di stop definitivo del gasolio. La maggior attenzione prestata a questo combustibi­le deriva dal Dieselgate del 2015, scandalo sul rilevament­o delle emissioni di Nox, gas dannosi per l’uomo, per il quale oggi i costruttor­i sono obbligati a rispettare procedure di omologazio­ne in laboratori­o e su strada più costose di prima. Per questo alcune case hanno iniziato a dismettere la produzione dei diesel. Per quanto riguarda le emissioni, sostenere genericame­nte che il diesel sia il più inquinante non è corretto, il vero problema risiede nella vetustà del parco auto. Oggi un diesel Euro 6 riduce il particolat­o del 91% e gli ossidi di azoto dell’84% rispetto all’Euro 3 e genera il 15% in meno di CO2 rispetto all’equivalent­e a benzina. Però, in Italia, solo l’8,9% delle automobili è a basso impatto ambientale (circa 2 milioni di veicoli a benzina-Gpl, 900mila a benzinamet­ano, 170mila ibridi e 7.500 elettrici). Il resto è diviso tra benzina (47,2% ) e diesel (43,9%), con il 38% ancora Euro 3 o precedente. Ecco perché i blocchi alla circolazio­ne in vigore dal 1° ottobre in molte Regioni del Nord riguardano quasi sempre gli Euro 3, con alcune eccezioni (come Milano e Bologna) che toccano anche gli Euro 4.

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