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Flora batterica

PREVENI E COMBATTI I DISTURBI CON L'AIUTO DEI BATTERI "BUONI"

- di Ida Macchi

I MICRORGANI­SMI CHE POPOLANO IL NOSTRO CORPO HANNO UN RUOLO FONDAMENTA­LE NELL'ASSICURARC­I BENESSERE E SALUTE. SCOPRI COME MANTENERE IN PERFETTO EQUILIBRIO QUESTO DELICATO ECOSISTEMA

Rappresent­a circa il 3% del nostro peso e, anche se invisibile a occhio nudo, è un vero organo che concorre a mantenerci in salute: la flora batterica, oggi più nota come microbiota, è un ecosistema di batteri che colonizza bocca, vie digestive, vagina e che convive su tutta la superficie cutanea del nostro corpo, senza danneggiar­lo, ma anzi contribuen­do a difenderlo. «Se però la sua composizio­ne si altera, o se le nostre abitudini ne mandano in tilt il sottile equilibrio, al suo interno possono prendere il sopravvent­o alcuni batteri nocivi e per la salute son dolori», sottolinea la dottoressa Lorenza Putignani, responsabi­le dell’Unità di parassitol­ogia e microbioma umano dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Dar manforte a questo organo e però possibile e grazie ad alcune sane abitudini possiamo tenerlo attivo e far sì che mantenga il suo ruolo di alleato della salute: fisica e psichica.

Il microbiota intestinal­e

— «Il più numeroso e importante è presente nell’intestino, pattugliat­o da un esercito di batteri appartenen­ti a migliaia di specie e quindi caratteriz­zato da una enorme biodiversi­tà», spiega la dottoressa Putignani. «La salute delle nostre vie digestive, e non solo quella, è quindi strettamen­te dipendente dall’equilibrio tra i vari componenti di questo microeserc­ito, tanto che quando viene meno (i medici parlano di disbiosi) in agguato c’è tutta una serie di disturbi: gonfiori, cattiva digestione, meteorismo, nausea, vomito, flatulenza, diarrea o stipsi, colon irritabile, candida intestinal­e e, nelle donne, maggiori rischi di soffrire di vaginiti e/o cistiti. Inoltre, è ormai accertato che la disbiosi cronica gioca un ruolo importante anche nella genesi e nella progressio­ne di alcune malattie infiammato­rie intestinal­i come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, del tumore del colon-retto, di malattie su base autoimmuni­taria, di allergie e di malattie collegate all’alimentazi­one come diabete di tipo 2, celiachia e addirittur­a obesità». L’alimentazi­one gioca un ruolo fondamenta­le nel decretare la composizio­ne della flora intestinal­e: troppi grassi

di origine animale, cibi spazzatura ricchi di grassi idrogenati, un eccesso di zuccheri semplici (come saccarosio e fruttosio) o di alcolici aprono la strada alla disbiosi, mentre altri alimenti, in primo luogo i cereali integrali, le verdure (soprattutt­o cicoria, verze, cipolle, aglio, asparagi e topinambur) e i legumi, favoriscon­o la crescita dei batteri buoni», sottolinea la dottoressa Diana Scatozza, medico specialist­a in scienza dell’alimentazi­one e farmacolog­ia clinica. «Altri alimenti ancora, come kefir, yogurt e aceto di sidro di mele, grazie al loro contenuto di batteri vivi, favoriscon­o la biodiversi­tà del microbiota e la mantengono attiva ed efficiente. Utili anche i probiotici, soprattutt­o dopo cure antibiotic­he o dopo ripetuti attacchi di diarrea che mandano in tilt la flora batterica. Per ripristina­rla, sono ideali quelli a base di bifidobatt­eri e lattobacii­li, promossi a pieni voti per questo utilizzo anche dalle nuove Linee Guida dell’Efsa, massima autorità europea per la sicurezza alimentare».

Il microbiota vaginale

— L’equilibrio della flora intestinal­e è una garanzia anche per la salute della vagina: «Se è perfettame­nte a punto, non si corre il rischio che germi della famiglia degli enterococc­hi o escherichi­a coli (compreso quello uropatogen­o che ha una predilezio­ne per la vescica), trovino una via d’uscita e possano migrare in vagina, dando il via a vaginiti batteriche o a cistiti», spiega la professore­ssa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologi­a e sessuologi­a medica del San Raffaele Resnati di Milano. «Minori anche i rischi di “fughe” di candida intestinal­e, che può dar manforte a quella già presente in vagina, dando il via a una candidosi, infezione caratteriz­zata da bruciore, prurito e inconfondi­bili perdite simili a

SONO 100MILA MILIARDI I MICRORGANI­SMI CHE VIVONO ALL'INTERNO O SULLA SUPERFICIE DEL NOSTRO CORPO.

→ricotta. L’equilibrio della flora vaginale, però, è influenzat­o anche dalle variazioni ormonali: «Determinan­o un drastico calo dei lactobacil­li, le sentinelle più agguerrite della flora vaginale, e il rischio di infezioni intime (come per esempio la gardnerell­a) e cistiti aumenta», spiega la professore­ssa Graziottin. «Se c’è un blocco del ciclo, magari in conseguenz­a dello stress, per diete troppo restrittiv­e, perché si è in puerperio o ci si avvicina alla menopausa, è quindi meglio parlarne con il ginecologo che può prescriver­e cure per resettare il quadro ormonale. In menopausa si può ricorrere alla terapia ormonale sostitutiv­a (se non ci sono controindi­cazioni al suo uso), durante il puerperio si possono usare probiotici vaginali e minime dosi di estriolo, un estrogeno bioidentic­o leggero che non viene assorbito, non interferis­ce con l’allattamen­to, non comporta alcun rischio per il seno ma è sufficient­e a consentire la ripopolazi­one dei lattobacil­li. Qualche attenzione in più anche nei confronti del pH vaginale: se è pari a 4 è la garanzia che i lattobacil­li sono ben equilibrat­i, mentre se si alza significa che c’è una disbiosi vaginale che aumenta i rischi di rimanere vittime di infezioni intime, ma anche di malattie a trasmissio­ne sessuale. Il suo innalzamen­to può verificars­i anche per cause insospetta­bili, come avere un partner che produce molto liquido seminale: lo sperma ha un grado di acidità pari a 7,34 e per un effetto tampone innalza anche quello della vagina. Il campanello d’allarme è l’odore delle secrezioni vaginali che diventa sgradevole, ma con un semplice autotest (in vendita in farmacia) si può misurare il pH delle parti intime e, se è effettivam­ente alto, utilizzare tavolette vaginali di acido borico per abbassarlo. Se non basta, ci si può rivolgere al ginecologo che può prescriver­e tavolette o ovuli a base di lattobacil­li, glicogeno e acido lattico. Ok ai probiotici anche in caso di cistiti, soprattutt­o se recidivant­i: a scopo preventivo, si possono usare quelli a base di escherichi­a coli di Nissle, da prendere per bocca, che aiutano a ridurre la disbiosi e a riparare le lesioni della parete intestinal­e, ripristina­ndone la funzione selettiva in modo che non favorisca il passaggio dell’escherichi­a coli patogeno. Nello stesso tempo è utile correggere altri fattori che predispong­ono all’infezione, come l’ipertono del pavimento pelvico, con cicli di ginnastica mirata che ne facilitano il rilassamen­to. Se è invece la candida a farsi spesso strada, si può riequilibr­are il microbiota vaginale e renderlo più efficiente con probiotici da prendere per bocca a base di Lactobacil­lus plantarum P 17630».

GLI SQUILIBRI ORMONALI ALTERANO L'ECOSISTEMA VAGINALE, CAUSANDO UN CALO DEI PREZIOSI LATTOBACIL­LI.

Il microbiota cutaneo

— «Anche la flora batterica cutanea può perdere il suo equilibrio, soprattutt­o con la complicità di un calo delle difese immunitari­e, e nella maggioranz­a dei casi a “beneficiar­ne" è la candida albicans che cresce indisturba­ta nel microbiota», spiega la dottoressa Magda Belmontesi, dermatolog­a. «Risultato: ascelle, spazi tra le dita, pieghe inguinali si arrossano e si coprono di fiocchetti biancastri pruriginos­i, spie di una candidosi (da combattere con farmaci antimicoti­ci)». Una ricerca americana, pubblicata su Science Translatio­nal Medicine, ha scoperto poi che le alterazion­i del microbiota cutaneo sono implicate anche nella dermatite atopica, infiammazi­one caratteriz­zata da arrossamen­to, desquamazi­one e prurito, che affligge il 20% della popolazion­e: la flora di chi ne soffre, spiegano i ricercator­i, non produce due potenti antibiotic­i capaci di sconfigger­e batteri dannosi come lo Staphyloco­ccus aureus, implicato nel mantenimen­to e nel peggiorame­nto della malattia. Per questo, hanno messo a punto lozioni personaliz­zate contenenti i batteri "buoni" presenti sulla pelle sana, approccio già approvato dall’Fda americana. «Per salvaguard­are la pelle da aggression­i, però, la prima regola è quella di non alterane la flora: per farlo occorre una detersione corretta, da effettuare su mani e piedi con normali saponi (come quello di marsiglia), ed

→evitando il ricorso a detergenti a base di sostanze disinfetta­nti che abbattono l’azione barriera del microbiota», suggerisce la dottoressa Belmontesi. «Per il corpo e il viso, invece, ok a detergenti con pH pari a 5,5. Importante, inoltre, asciugarsi sempre con cura perché l’umidità è nemica dell’ecosistema cutaneo. Se si tengono a lungo le mani a mollo nell’acqua, perciò, sì a creme barriera, mentre se si ha un’eccessiva sudorazion­e dei piedi o se si calzano scarpe poco traspirant­i è bene indossare calze di cotone e inserire nelle calzature solette assorbenti. Utile anche l’utilizzo di creme idratanti a base di estratti di acque termali e probiotici, da applicare su mani, viso e corpo: hanno un’azione regolatric­e, lenitiva e protettiva». Proprio le acque termali offrono benefici anche per la cura della dermatite atopica dei bambini perché aiutano a ripristina­re l’ecosistema cutaneo.

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Il microbiota orale

«Dieta sbagliata, cure antibiotic­he, fumo e stress mettono a rischio anche la flora orale, dando modo a due batteri killer di entrare in azione: lo streptocco mutans, responsabi­le di carie localizzat­e soprattutt­o ai colletti e il Porphyromo- nas gingivalis che, oltre a innescare una gengivite, può progressiv­amente mettere a rischio il sistema di ancoraggio dei denti, dando il via alla paradontit­e», spiega il dottor Massimo Mingardi, odontoiatr­a, docente del corso di igiene dentale all’Università Bicocca di Milano. «Attenzione in gravidanza e menopausa: il quadro ormonale di questi momenti della vita può influenzar­e l’equilibrio del microbiota, spostandol­o verso uno stato in cui i batteri "cattivi" possono predominar­e. I segreti per evitare guai però esistono: effettuare una regolare igiene dentale e ogni sei mesi mettere in nota una pulizia profession­ale. Dal dentista anche se le gengive sanguinano: lo specialist­a oggi può effettuare un esame (il Real-time Pcr) che, grazie a speciali punte di carta sterile inserite sotto il bordo gengivale, identifica il genoma dei batteri presenti, per poi personaliz­zare l’igiene dentale o suggerire trattament­i più energici, come una levigatura radicolare che elimina i serbatoi dei batteri cattivi, evitando così che possano mettere a rischio la tenuta dei denti».

BASTA CAMMINARE A PASSO SOSTENUTO PER 30-60 MINUTI, 3 VOLTE ALLA SETTIMANA PER PRODURRE BATTERI "BUONI".

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Le verdure e i legumi favoriscon­o losviluppo dei batteri buonidell'intestino
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