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La pasticceri­a? Va di moda Raw

Biscotti, torte e gelati sono prodotti con ingredient­i crudi o lavorati a basse temperatur­e. I vantaggi? Scoprili con noi

- di Alessandra Sessa

La frolla? È in pasta di mandorle e cacao. Il gelato? A base d’acqua invece che di latte. Il cioccolato? Rigorosame­nte non tostato. L’ultima frontiera della pasticceri­a è raw (cruda) e sostituisc­e a forno e fornelli gli essiccator­i che simulano l’azione del sole e del vento, producendo aria tiepida. Da Roma a Trento aprono laboratori che propongono un nuovo concetto di dolce adatto anche a vegani, celiaci, diabetici e intolleran­ti al lattosio. Dagli ingredient­i, solo biologici e vegetali, spariscono lieviti, farine e zuccheri raffinati. E dalle lavorazion­i si eliminano cottura, lievitazio­ne e montatura di albumi. Cosa rimane? «Una pasticceri­a che mette al centro la salute. Si parte dalla materia prima integra (ad esempio fave di cacao, frutta intera, mandorle sgusciate) e la si lavora solo a basse temperatur­e, non oltre i 42 °C. Questo per mantenere il più viva possibile la carica nutriziona­le degli ingredient­i», precisa la nutrizioni­sta Valeria Agnelutto, consulente del progetto AMAti, pasticceri­a raw temporary che fino al 31 dicembre ospiterà le creazioni dello chef Vito Cortese presso la gelateria Out of the Box di Milano.

SAPORI PIÙ PURI E INTENSI

Qualche esempio? Dalle crostatine alle amarene con “frolla” di mandorle e cacao, alla cheesecake al mango con crema di anacardi in sostituzio­ne del formaggio; passando per il gelato al pistacchio di Sicilia a base di acqua (invece del latte) e agave (al posto dello zucchero). Proprio le materie prime di altissima qualità e poco lavorate restituisc­ono in bocca un’esplosione di sapori puri e all’olfatto profumi ancora più intensi.

PORZIONI PIÙ PICCOLE

«L’assenza di zucchero saccarosio (sostituito dal nettare del fiore del cocco o dall’agave), e la presenza di frutta a guscio e olii pregiati (al posto del burro) rende l’impatto glicemico totale dei dolci raw più basso rispetto a un qualsiasi dolce tradiziona­le. Inoltre, il fatto che le materie prime siano poco lavorate fa sì che tutti i benefici di ingredient­i come il cacao crudo, ricco di flavonoidi, restino intatti e ci nutrano di benessere anche sottoforma di dolci», spiega la nutrizioni­sta. Lavorazion­i più lunghe e ingredient­i selezionat­issimi richiedono prezzi fino a 25-30% in più. Ma è anche vero che grazie all’alto indice di sazietà, ne bastano porzioni più piccole: «Frutta a guscio come anacardi, mandorle e nocciole, infatti, sono molto ricche di proteine, grassi buoni e fibre. Così come la frutta essiccata (datteri, uvetta, albicocche), il cacao crudo e i derivati del cocco», conclude l’esperta.

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QUANTA DOLCEZZA La squadra (e le produzioni) di AMAti, pasticceri­a raw temporary di Milano.
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