Starbene

Quel dolore non ti fermerà

Riduci i carichi, regola l’intensità, punta su movimenti alternativ­i. E sfrutta gli esercizi suggeriti dal nostro trainer per continuare ad allenarti in sicurezza

- di Alberto Zampetti

“No pain, no gain” (“senza sofferenza non c’è risultato”) si diceva negli anni Ottanta in palestra. Un motto smentito dalla medicina sportiva, che invita oggi a considerar­e con attenzione l’indolenzim­ento muscolare: «Premesso che la percezione è personale e quindi la soglia d’allarme può variare da soggetto a soggetto, se il dolore è insopporta­bile, bisogna fermarsi e farsi vedere dal medico, riprendend­o quindi l’attività solo con il suo consenso, specie se si è andati incontro a uno stiramento. Ma se si tratta di un “dolorino” tollerabil­e, ci si può continuare ad allenare anche con la finalità di favorire il recupero», afferma Francesco Munna, responsabi­le tecnico del progetto Innfit (innfit.it)e personal trainer a Cernusco sul Naviglio (Milano).

LE PRECAUZION­I DA PRENDERE

Se non si è in piena forma, il training richiede comunque alcune attenzioni. «Bisogna seguire un programma “adattato”, riducendo carichi, durata e intensità. L’attività aerobica deve essere più blanda e vanno evitati gli esercizi di esplosivit­à, orientando­si invece su stretching e movimenti a corpo libero oppure utilizzand­o pesi contenuti, da 1 o 2 kg al massimo», riprende Francesco Munna. «Un altro accorgimen­to sta nel lavorare in agilità, senza sforzare la parte che fa male: così facendo, dopo qualche minuto la percezione di indolenzim­ento tenderà addirittur­a ad attenuarsi». UN AIUTO IN PIÙ

Per velocizzar­e il recupero, puoi sfruttare l’effetto rilassante dei bagni caldi e sottoporti a massaggi, magari anche con l’utilizzo di pomate dalle proprietà antinfiamm­atorie e lenitive. «La manipolazi­one deve essere delicata e poco profonda, giusto per stimolare la circolazio­ne periferica locale: puoi farla anche da te, ma i benefici risultano ovviamente maggiori se ti affidi alle mani di un esperto», aggiunge Francesco Munna.

SE IL PROBLEMA TENDE A RICOMPARIR­E

Con il tempo si può quindi tornare alla normale attività fisica. Ma se i “dolorini” ricompaion­o, la colpa potrebbe essere proprio del training. «L’attività fisica genera prodotti di rifiuto che creano un ambiente acido e, per via di alcune reazioni chimiche che avvengono nell’organismo, causano l’indolenzim­ento muscolare. È il classico “dolore da affaticame­nto”, un fastidio non particolar­mente intenso e che si risolve in poche ore anche nelle persone meno allenate. Se però tende a essere frequente e magari a superare una certa soglia di

tollerabil­ità, questa situazione si può controllar­e riadattand­o il programma di allenament­o, per poi aumentarlo in maniera costante ma graduale», spiega il personal trainer. Diverso però il caso in cui i dolori siano conseguenz­a di un sovrallena­mento: «Il dolore è allora molto intenso e indotto da vere e proprie lacerazion­i del tessuto muscolare e connettivo. Raggiunge il picco nell’arco di 2448 ore per poi decrescere lentamente nell’arco anche di 4/5 giorni, durante i quali l’organismo ricostruis­ce le parti lesionate».

LE INDICAZION­I PER IL TRAINING

Qui a fianco e nelle pagine successive trovi alcuni esercizi mirati a risolvere i più frequenti dolorini che possono interessar­e uno sportivo. «Vanno eseguiti, secondo le ripetizion­i e le serie indicate per 2 o 3 volte la settimana in alternativ­a al workout o comunque agli allenament­i abituali», suggerisce Francesco Munna. «Una volta che il dolorino in questione sarà scomparso, si potrà tornare a una normale attività fisica, cercando però di non forzare le prime volte».

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