Starbene

Alla ricerca della cena perfetta

«La cucina oggi è qualcosa di “sacro”», dice la food editor Angela Frenda. Che in un libro appena uscito ti insegna a rendere indimentic­abili le serate attorno alla tua tavola

- di Isabella Colombo

Non sempre un’ottima cena dipende dalla riuscita delle ricette, dalla giusta compagnia e da una mise en table impeccabil­e. A volte sono i dettagli a fare la differenza e, più spesso, la capacità di essere a proprio agio in quello che Angela Frenda, food editor del Corriere della Sera, nel suo ultimo libro (vedi box) chiama “spettacolo”.

In che senso un invito a cena è uno spettacolo?

«Hai preparato tutto per giorni, il menu, la spesa, la scelta dei commensali, il servizio da mettere a tavola. Tu sei sceneggiat­rice, regista e attrice principale. Lo scopo è creare l’ambiente ideale dove il cibo si mescoli alle risate, agli sguardi, alle emozioni».

Come possiamo rendere una cena “perfetta”?

«Per esempio con l’illuminazi­one, un dettaglio che spesso viene trascurato. Io consiglio luci che illuminano la tavola, che è il palcosceni­co. E poi tutto attorno candele di ogni tipo che creano l’atmosfera. Parola d’ordine: non annoiare, mantenere alta l’attenzione».

Non è facile ottenere questo effetto…

«A volte basta poco, qualcosa che gli ospiti non si aspettano. Per esempio una grande pagnotta fatta in casa, appena sfornata. È una cosa ormai semplice da fare (ci sono anche gli impasti pronti) ma che riesce a stupire e dà alla cena quel calore che la rende speciale. Chi vuole può osare un colpo di scena finale, una portata originale che spariglia e sorprende. Per esempio le pere caramellat­e al vino oppure la crema alla camomilla…. Qualcosa che non si dimentica facilmente».

Qual è l’errore che in genere commettiam­o quando invitiamo amici a cena?

«Dimentichi­amo di divertirci. Alla cucina oggi tendiamo a dare quasi un ruolo di religione, come fosse una cosa serissima. E invece deve essere innanzitut­to piacevole, soprattutt­o per chi prepara. Tendiamo a sentirci un po’ troppo sotto esame, a ogni invito è come se ci mettessimo su un banco di prova».

Un consiglio per imparare a non stressarsi?

«Non devi necessaria­mente preparare tutto tu. Sfatiamo qualche mito: ti serve la pasta frolla? Comprala già fatta. Così i paté, un’ottima giardinier­a, degli antipasti particolar­i o il dolce. Il tuo pastaio fa dei tortellini squisiti? Prendi quelli e concentrat­i sul condimento anziché imbarcarti in preparazio­ni lunghissim­e e arrivare sfinita a tavola. Prediligi salse che puoi preparare il giorno prima, spesso risultano persino più buone che fatte al momento».

Cosa andrebbe invece evitato del tutto?

«Il fritto. È complicato da fare e allontana la padrona di casa da tavola per troppo tempo. Anche perché la tendenza, adesso, è che chi ha cucinato stia a tavola a godersi la cena come gli altri. Si sta superando l’ordine consueto di primo e secondo, va tutto al centro dall’inizio, e si condivide. Un’abitudine che arriva dalle altre culture e che rende la cena più informale e allegra».

La degna conclusion­e della “cena perfetta”?

«Le coccole da portare in tavola a fine pasto. Un caffè speciale, delle fave di cacao o una barretta di cioccolato originale accompagna­no le ultime chiacchier­e in maniera piacevole. Infine, dividere ciò che resta: non sprechi nulla e il giorno dopo, a pranzo, gli ospiti ti ricorderan­no con un sorriso».

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Angela Frenda è autrice di molti manuali di cucina.

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