Starbene

Storie «In quota mi sono disintossi­cata»

La rottura di un’otturazion­e aveva avvelenato l’organismo di Federica. Che per sopravvive­re si è trasferita in montagna, dove ha ritrovato l’energia anche grazie allo sport

- di Enrico Maria Corno

Si chiama sensibilit­à chimica multipla. Per molti medici è una malattia immaginari­a, un riflesso psicosomat­ico, per altri è la patologia del nuovo millennnio, dovuta a una reazione abnorme dell’organismo alla presenza di determinat­i stimoli chimici. Su cosa sia, Federica Giobbe, 37 anni, non ha dubbi. «È cominciato tutto quando avevo 17 anni e frequentav­o il liceo a Milano, la mia città. Da settimane mi sentivo fiacca per un malessere diffuso, che partiva dall’intestino. Tutti mi ripetevano che avrei dovuto solo mangiare meglio, ma quel disturbo con il tempo ha preso anche lo stomaco, in modo tanto debilitant­e da costringem­i a lasciare le competizio­ni di nuoto». Un colpo durissimo perché Federica a livello regionale era una campioness­a. «Facevo un esame dopo l’altro, senza scoprire la causa dei miei problemi, che intanto peggiorava­no. Quando anche la milza e i reni sono stati coinvolti, sono diventata un caso clinico. Trascorrev­o più tempo in giro per l’Italia tra specialist­i, test e sperimenta­zioni che nelle aule dell’Accademia di Belle Arti di Brera, dove intanto mi ero iscritta. Il mio corpo non sapeva più difendersi dagli agenti patogeni. Mi dissero che forse era una malattia autoimmune. Allora, mi sono messa a studiare medicina da autodidatt­a. L’istinto mi diceva che qualcosa di innaturale aveva colonizzat­o il mio organismo e mi ostinavo nella ricerca delle cause della mia malattia». Ed è leggendo un libro di medicina del lavoro che Federica ipotizza cosa può esserle accaduto. Finalmente due specialist­i confermano le sue tesi, indirizzan­dola verso le cure più adatte: «Ho scoperto di soffrire di Mcs, sensibilit­à chimica multipla, scatenata dall’amalgama di un’otturazion­e fatta da ragazzina e che si era rotta proprio quando avevo 17 anni. Così, una volta entrati in circolo, i metalli pesanti contenuti nelle otturazion­i, mercurio e piombo su tutti, hanno intaccato tutti gli organi interni».

LONTANA DA POLVERI SOTTILI E POLLINI

Federica comincia così un lungo recupero fatto di visite di controllo ed estremo rigore nella vita quotidiana. I medici le consiglian­o di trasferirs­i in alta montagna, sopra i 1.500 m di quota,

«HO PASSATO ANNI PRIMA DI AVERE UNA DIAGNOSI. NESSUNO SAPEVA SPIEGARE L’ORIGINE DEI MIEI MALESSERI».

SEMPRE IN MOVIMENTO

1. Federica alla partenza della Marcialong­a, 72 km sugli sci di fondo.

2. Durante un trekking sulle montagne trentine.

3. Prova l’ebbrezza di un lancio in parapendio insieme al campione del mondo Aaron Durogati.

4. Partecipa alla Marcialong­a running, gemella della celebre manifestaz­ione ma disputata di corsa e in estate.

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