Storie «In quota mi sono disintossicata»
La rottura di un’otturazione aveva avvelenato l’organismo di Federica. Che per sopravvivere si è trasferita in montagna, dove ha ritrovato l’energia anche grazie allo sport
Si chiama sensibilità chimica multipla. Per molti medici è una malattia immaginaria, un riflesso psicosomatico, per altri è la patologia del nuovo millennnio, dovuta a una reazione abnorme dell’organismo alla presenza di determinati stimoli chimici. Su cosa sia, Federica Giobbe, 37 anni, non ha dubbi. «È cominciato tutto quando avevo 17 anni e frequentavo il liceo a Milano, la mia città. Da settimane mi sentivo fiacca per un malessere diffuso, che partiva dall’intestino. Tutti mi ripetevano che avrei dovuto solo mangiare meglio, ma quel disturbo con il tempo ha preso anche lo stomaco, in modo tanto debilitante da costringemi a lasciare le competizioni di nuoto». Un colpo durissimo perché Federica a livello regionale era una campionessa. «Facevo un esame dopo l’altro, senza scoprire la causa dei miei problemi, che intanto peggioravano. Quando anche la milza e i reni sono stati coinvolti, sono diventata un caso clinico. Trascorrevo più tempo in giro per l’Italia tra specialisti, test e sperimentazioni che nelle aule dell’Accademia di Belle Arti di Brera, dove intanto mi ero iscritta. Il mio corpo non sapeva più difendersi dagli agenti patogeni. Mi dissero che forse era una malattia autoimmune. Allora, mi sono messa a studiare medicina da autodidatta. L’istinto mi diceva che qualcosa di innaturale aveva colonizzato il mio organismo e mi ostinavo nella ricerca delle cause della mia malattia». Ed è leggendo un libro di medicina del lavoro che Federica ipotizza cosa può esserle accaduto. Finalmente due specialisti confermano le sue tesi, indirizzandola verso le cure più adatte: «Ho scoperto di soffrire di Mcs, sensibilità chimica multipla, scatenata dall’amalgama di un’otturazione fatta da ragazzina e che si era rotta proprio quando avevo 17 anni. Così, una volta entrati in circolo, i metalli pesanti contenuti nelle otturazioni, mercurio e piombo su tutti, hanno intaccato tutti gli organi interni».
LONTANA DA POLVERI SOTTILI E POLLINI
Federica comincia così un lungo recupero fatto di visite di controllo ed estremo rigore nella vita quotidiana. I medici le consigliano di trasferirsi in alta montagna, sopra i 1.500 m di quota,
«HO PASSATO ANNI PRIMA DI AVERE UNA DIAGNOSI. NESSUNO SAPEVA SPIEGARE L’ORIGINE DEI MIEI MALESSERI».
SEMPRE IN MOVIMENTO
1. Federica alla partenza della Marcialonga, 72 km sugli sci di fondo.
2. Durante un trekking sulle montagne trentine.
3. Prova l’ebbrezza di un lancio in parapendio insieme al campione del mondo Aaron Durogati.
4. Partecipa alla Marcialonga running, gemella della celebre manifestazione ma disputata di corsa e in estate.