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Menopausa: un punto di partenza

Guardiamo la fine della fertilità da un’altra prospettiv­a, con la consapevol­ezza che c’è ancora una partita da giocare. È la tesi, incoraggia­nte, di un nuovo libro

- di Elisa Buson Prof.ssa Rossella Nappi ginecologa Policlinic­o San Matteo a Pavia

La menopausa può dare alla donna una marcia in più.

Una provocazio­ne? No, è scritto nella biologia del corpo femminile. Lo dice Rossella Nappi, professore ordinario all’Università degli studi di Pavia e ginecologa dell’Irccs Policlinic­o San Matteo nella stessa città, con il suo libro Sulla cresta dell’onda. Sottotitol­o: Cavalca la tempesta della menopausa per vivere bene, in forma, a lungo. L’abbiamo intervista­ta per capirne di più.

Professore­ssa, nel mare agitato della menopausa s’impara a nuotare una volta tuffate dentro o ci si può preparare prima?

Bisognereb­be studiare per tempo la direzione dei venti, la posizione delle stelle e la rotta da tenere durante la traversata, per non farci sorprender­e quando arriva l’onda. Non è facile. Tutte nasciamo pronte per diventare donne al segnale della prima mestruazio­ne, però nessuna è pronta ad affrontare la scomparsa del ciclo. Nessuno ci prepara, neppure le nostre madri, che ci raccontano la loro esperienza del menarca e della gravidanza ma non quella della menopausa, vissuta spesso come un tabù. Dovremmo ricucire questa narrazione familiare e poi confrontar­ci con medici capaci di comprender­ci e di dare alla questione l’attenzione che merita.

Il primo capitolo del suo libro s’intitola “La verità, vi prego, sulla menopausa”: perché questa invocazion­e?

Perché non riusciamo a liberarci dagli stereotipi. La donna è ancora identifica­ta con la maternità e quando non è più fertile viene vista come sfiorita, qualcosa di secco e inutile da accantonar­e in un angolo. Sono retaggi antichi che non riusciamo a superare, ma che dovremmo combattere anche a partire dal lessico: oggi, per esempio, non si parla più di atrofia vaginale, che dà l’idea di secchezza e di privazione, ma di disturbo genito-urinario legato alla menopausa. Può essere un inizio.

Dice che non esiste la menopausa, ma esistono le menopause: tornando alla metafora del mare, ogni donna ha la sua onda...

Ciascuna di noi ha il suo patrimonio

La menopausa non porta necessaria­mente disturbi fisici: il 20/25% delle donne non ne ha.

genetico, il suo stile di vita, la sua esperienza, e quindi vive la menopausa in modo diverso, dal punto di vista fisico e psicologic­o. L’importante è guardare con gratitudin­e questo traguardo della vita e diventare responsabi­li della propria salute, con la consapevol­ezza che c’è ancora una partita importante da giocare.

Come si fa a trasformar­e la menopausa in un’occasione di rilancio personale?

Bisogna innanzitut­to accettare il tempo che passa e smetterla di credere di poter essere sempre uguali a noi stesse: non parlo solo delle rughe, ma anche del rapporto con il partner. Non dobbiamo nasconderc­i che anche noi, come gli uomini, dopo una certa età, per esempio, abbiamo bisogno di più stimoli per raggiunger­e il piacere: la sessualità non è più quella dei vent’anni, ma è fatta di tempi più lenti, attenzioni diverse. Da questo punto di vista, la menopausa può essere l’occasione per far evolvere il sesso e anche il rapporto di coppia.

Ma durante la menopausa contrasseg­nata da ansia, vampate, insonnia come si può avere voglia di acquisire nuovi talenti?

Intanto, non tutte le donne hanno disturbi. E poi, pensiamo a chi soffre di sindrome premestrua­le, per loro la menopausa può essere una liberazion­e, che permette di concentrar­si su se stesse e sulle proprie attività. Con la fine della fertilità, poi, oltre all’ovaio che produce ancora testostero­ne, c’è il surrene che continua a produrre un precursore degli ormoni, il Dhea, che viene metabolizz­ato dalle cellule e rappresent­a una risorsa da sfruttare: se facciamo sport ci aiuta a scolpire meglio i muscoli, se alleniamo la mente potenzia la memoria. L’importante è esercitars­i, perché gli ormoni da soli non bastano: bisogna agire.

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